Dopo quello pesarese arriva, per la truppa di coach Sacripanti, un altro mini appuntamento con la storia. Non solo quella presente e quindi la possibilità di mettere in tasca un altro mattoncino di una corsa playoff che ormai è alla netta portata della formazione di Pezza delle Noci, ma anche e forse soprattutto, quello con un’altra sfida che storicamente non proprio dalla parte dei bianconeri. Sono stati, infatti, 46 gli incontri disputati fino a questo momento tra Cantù e Caserta. Il record di successi bianconeri, questa volta non è certo misero come quello contro Pesaro, ma vincere contro il team della brianza non è mai stato facile cosi come dimostrano i 25 successi di Cantù. Ad onor del vero la Juve nella sua storia deve dire grazie specialmente al bottino interno. E’ proprio grazie alle vittorie casalinghi, infatti, che Caserta può vantare un rapporto tra vittorie e sconfitte non nettamente inferiore rispetto a quello degli avversari. Tredici le vittorie all’ombra della Reggia ed otto le sconfitte. Tredici vittorie di cui due nelle ultime due stagioni. Ed allora ecco l’obiettivo: vincerne tre in fila. Provare a vincere per la terza volta in quattro anni (solo nell’anno del ritorno in LegaA la truppa casertana ha dovuto alzare bandiera bianca sia in casa che fuori) uno scontro che ha nelle due panchine o meglio nelle due guide tecniche un passato più o meno importante e o se vogliamo anche più o meno burrascoso come per esempio nel caso di Andrea Trinchieri che ha cosi esordito nell’analizzare la partita contro la sua ex formazione anche se per solo sei giornate ed in Legadue: «Continuiamo il nostro tour campano affrontando l’Otto Caserta dopo la vittoria in quel di Avellino, ossia una formazione in un grande momento di forma capace di espugnare Pesaro solamente tre giorni fa.
Quindi a pochi giorni da questa impresa, che squadra si aspetta di vedere tra le mura amiche e davanti un pubblico che anche lei conosce…
«Di sicuro in casa e fuori la guida dell’attacco dei bianconeri è sicuramente Collins per cui il nostro primo compito difensivo è interrompere le connessioni che legano il playmaker al resto della squadra mettendo un granellino nel perfetto meccanismo offensivo della Juve. L’altro temibile terminale di Caserta è Smith, un giocatore che mi piace molto per l’energia e la ferocia agonistica con cui scende in campo».