E’ arrivata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il pareggio interno per 2-2 con il Melfi, dopo che gli uomini di mister Romaniello si erano portati sul 2-0, ha fatto infuriare i tifosi normanni, che all’improvviso, subito dopo il gol di Lionetti del pareggio, si sono alzati in piedi ed hanno espresso con dei cori tutta la propria ira e la propria delusione. “Vi siete venduti un’altra volta” questo è il leit-motiv di cinque minuti di cori ininterrotti della Curva Sud che non perdona ai calciatori neanche la sconfitta nel derby con la Neapolis all’ultimo minuto. I supporters ne hanno per tutti, dalla società all’allenatore e li chiamano addirittura ‘mercenari’. Parole forti verso una squadra che nonostante tutto ha fin qui fatto bene. Le ultime prestazioni hanno però scatenato la furia dei seppur pochi tifosi normanni che lamentano uno scarso attaccamento alla maglia dei calciatori granata. La rabbia poi si sposta dagli spalti allo spazio antistante l’uscita dei calciatori, dove un gruppetto di almeno 100 tifosi si dispone per cercare qualche parola dal presidente e dalla società. Il primo ad uscire dagli spogliatoi è il difensore Mattera che viene circondato e a cui vengono chieste spiegazioni. I tifosi ne hanno per tutti e le parole più pesanti arrivano per non aver chiuso una gara che doveva essere vinta. Polemiche anche per l’allenatore reo, secondo alcuni di loro, di aver chiuso la squadra in difesa ed aver permesso al Melfi di guadagnare campo e di ribaltare il risultato. Pochi minuti prima delle 17 escono anche il presidente Spezzaferri e l’ad Cecere che però non hanno modo di parlare con i tifosi e con i capi ultrà. La polizia e i vigili urbani alla fine cercano di placare gli animi e di evitare problemi maggiori, ma questa protesta del dopo Melfi rischia di avere degli strascichi ‘tragici’ per il futuro di squadra, allenatore ed Aversa Normanna. Il timore e la paura non aiuterà nessuno, e così si rischia di rovinare anche quanto di buono si è fatto fino ad oggi. Il silenzio stampa dell’Aversa Normanna è anche un modo per non rispondere ‘affrettatamente’ ai cori dei tifosi, ma la società deve dire la sua di una situazione che rischia di provocare la fine di un gran bel sogno: quello Normanno.