Pochi giocatori hanno avuto un impatto mediatico ed umano di questo livello a Caserta. Raramente abbiamo visto la tifoseria bianconera fremere, ardere, per vedere un nuovo giocatore. L’arrivo di Charlie Bell ha infiammato la passione dei tifosi, ridato slancio alle speranze di conquistare qualcosa in più della salvezza ed accesso, anche a livello mediatico nazionale, nuovamente una luce su questa realtà. Bell ha già conquistato la simpatia della città grazie ad una conferenza stampa tranquilla ma, al tempo stesso, incisiva, ricca di sorrisi e battute. Insomma il biglietto migliore per presentarsi. L’americano c’ha messo veramente poco a scaldare il cuore ed accendere la fantasia dei suoi nuovi tifosi. Tifosi che lo seguono, ogni istante, sul suo Twitter diventato, forse, la pagina più cliccata del web in Terra di Lavoro. Bell, poi, ci mette anche del suo, visto che non manca mai di scrivere qualcosa. Un vero ‘malato’ del tweet, poche storie, per la gioia dei tifosi bianconeri che, da buoni curiosi, leggono e commentano tutto. Insomma un modo nuovo, al passo coi tempi, per affezionarsi maggiormente ad un ragazzo che, qui all’ombra della Reggia, cerca un riscatto non solo professionale ma anche umano. Il fango piovutogli addosso, dopo la burrascosa fine del rapporto matrimoniale con l’ex Miss Michigan (lei che ha tentato di aggredirlo con un taglierino) ed il fermo per un tasso alcolemico oltre il consentito (con conseguente taglio dai Golden State Warriors), potrebbe ‘ammazzare’ chiunque. Non questo ragazzo cresciuto a Flint, povero ed industriale sobborgo di Detroit, famoso anche grazie al film Fahrenheit 9/11 (di Michael Moore, anch’egli nato lì) dove si ‘ammira’ come i marines vadano al setaccio di nuove e giovani leve da mandare, poi, in guerra. Un sobborgo dove Bell è cresciuto, ha cominciato a giocare a basket e che porta sempre nel cuore (oltre che sulla spalla destra dove ha il tatuaggio col nome della sua città). Qui a Caserta ha voglia di tornare quel ragazzo che non ha mai avuto problemi con la giustizia ma, che negli ultimi mesi, ha visto la sua vita privata e lavorativa completamente stravolta. Adesso ha la possibilità di rinascere. Non è un caso se ha scelto di giocare con la canotta 14, quella che aveva nei mitici Spartans di Michigan State (campioni NCAA del 2000). Voleva il 14 anche per portare con se, sul parquet, la mamma (nata il 4 gennaio, ma negli Usa si ‘legge’ 1/4). Voleva l’Italia, ha scelto Caserta. Lo spartano è pronto a combattere.