“TI DO 50 EURO SE GIOCHI”. Dentro allo scandalo Casoria: cronaca di una vergogna che dura da troppo

A Casal di Principe l’ultima pagina dello scempio in Eccellenza Campania



CASORIA – La vergogna non ha fine. Dello scandalo Casoria ci si sofferma sull’aspetto principale del risultato, 23-0 contro la Mariglianese e 16-0 contro l’Albanova i più eclatanti. Ma il risultato è solo la cima di una situazione che definire surreale è poco. A Casal di Principe, in occasione della gara di sabato valevole per la dodicesima giornata del girone A di Eccellenza Campania, si è assistito all’ultimo capitolo di una triste vicenda, che sta buttando fango su una onorata città come Casoria, su una piazza storica, molto calorosa, e sull’intero calcio dilettantistico campano.

CRONACA. Sabato 18 novembre: il Casoria deve evitare la quarta rinuncia in campionato che significa esclusione dal campionato. Attorno alle 13.15 si presentano al campo, ognuno con mezzi propri, circa quindici ragazzi. Con loro una figura che si presenta come dirigente accompagnatore, che porta un borsone con le maglie, ed un genitore. L’accompagnatore consegna 50 euro a tutti i presenti disposti a giocare ma qualcuno non è contento e va via perché – testuali parole – “non vale nemmeno la pena fare figure di me**a per 50 euro“, mentre qualcun altro contesta l’accompagnatore “Mi dovevi dare 50 euro dalla partita precedente, quindi sono 100 euro. Se non me li dai, me ne vado“. Ed infatti quattro vanno via, lasciando il Casoria in undici uomini contati.



SURREALE. Iniziano a parlare i giocatori del Casoria, si aprono anche ai dirigenti dell’Albanova con una discussione davanti a 20 persone e i giocatori dicono – sempre testuali parole – “Il direttore del Casoria ci ha dato 50 euro l’uno per giocare, dateci anche voi 50 euro, ce li mettiamo in tasca e ce ne andiamo e vi regaliamo la vittoria“. Ovviamente l’arbitro sentendo queste cose invita le squadre a chiudersi negli spogliatoi.

TESSERATI O NO? Momento riconoscimento: in attesa di capire se questi undici siano provvisti di regolare tesseramento (abbiamo i nostri dubbi), l’arbitro prima fa una chiamata in federazione e poi prosegue con il riconoscimento con i documenti civili e non calcistici (carta d’identità e patenti). Si aggiunge il papà di un giocatore che consegna il documento e viene inserito come massaggiatore nella distinta, sedendosi con l’altra persona in panchina. In campo l’Albanova vince facile per 16-0 con ragazzi non all’altezza della categoria.

Le domande che tutti ci poniamo e che speriamo presto che ricevano una risposta: “Ma questi ragazzi sono tesserati? Sono presenti nel tabulato? Ma le regole sono uguali per tutti? Se non sono tesserati, chi li fa giocare è consapevole di mandare allo sbaraglio, senza visita medica, un gruppo di ragazzi che può farsi male? E se succede qualcosa, con un malore? Chi pagherà per tutto questo?“. Una vergogna inaudita che sta durando da tanto, troppo tempo, e tutti si augurano finisca presto.


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