Che confusione! Sarà perchè ti amo verrebbe da dire parafrasando la celebre canzone dei Ricchi e Poveri del 1981. Ma qui di ricco non c’è proprio niente, di povero sì perchè questa pallanuoto sta cadendo in miseria. Ma noi l’amiamo ugualmente e siamo nuovamente costretti a commentare il pasticcio arbitrale di oggi durante la gara Volturno-Cosenza Pallanuoto. Ospiti avanti 10-6 a tre minuti dalla fine. Improvvisamente l’arbitro Rotondano interrompe la gara su indicazione del tavolo. Del Re, Forcillo e Tedesco, la giuria a bordo vasca, non avevano segnalato (distratti chissà da cosa) l’espulsione definitiva di Rita De Mari avvenuta a 4.47 dalla fine del terzo tempo. Praticamente una vita prima. Un conciliabolo di oltre mezz’ora con proteste e tentativi di consultare il regolamento della pallanuoto (servirebbe a molti), una telefonata (presumibilmente) al GUG (Gruppo Ufficiali Gara) e alla fine arriva la decisione. Si riparte dal terzo tempo sul parziale di 4-7 cancellando tutto (ma proprio tutto) quello che era accaduto fino a quel momento. In termini pratici è cambiato poco perchè il Cosenza ha ripreso a segnare vincendo con merito. Il Volturno a regalare palloni sbagliando tanto in attacco e il finale è stato di 7-10 con gol di Di Grazia non visto (impresa assoluta poichè era dentro di almeno un metro). Insomma di tutto di più in una partita che ha visto annullare totalmente metà del terzo e tutto il quarto tempo divenendo così il primo caso nella storia.
Ma come ci si arriva al terzo tempo? E allora riassumiamo quanto accaduto nei primi quarti. Di Grazia sblocca subito ma il Cosenza piazza un break di 4-0 con Nisticò, Zaffina (2) e Greco. Genzano e Koide segnano in apertura del secondo. Di Grazia accorcia ma nell’azione successiva Sesti riallunga. Abbate a meno di un minuto dall’intervallo fa 4-6. Morrone nel terzo fa centro dopo novanta secondi, poi l’espulsione di De Mari che cambia completamente la partita. Si va avanti ma di fatto si resta indietro. Quando il gioco riprende Abbate trasforma un cinque metri ma la difesa non tiene Koide che fa doppietta per il 5-9. Nell’ultimo le calabresi dopo aver subito il gol della solita (monumentale) Simona Abbate segnano con Nisticò cui replica Abbate. Di Grazia segna nel finale ma come detto il direttore di gara (perfettamente in linea) dice che non è gol. Sarebbe cambiato poco, ma nel pasticcio generale mettiamoci anche questa svista. Nel giro di un mese la piscina di Santa Maria Capua Vetere è diventata teatro (nel vero senso della parola) di uno sport che per qualcuno ha regole diverse. La giuria è distratta dalla festa della domenica, ma qui c’è ben poco da festeggiare. Club penalizzati e gravi danni d’immagine per una disciplina che ha bisogno di essere supervisionata da un delegato. Mai si decide in tal senso e sempre più spesso andremo incontro a disastri del genere. Buona domenica.