Senza girarci troppo intorno è un momento molto delicato per le sorti future della Juvecaserta. Il grido d’allarme dal presidente Francesco Gervasio ha, finalmente, aperto gli occhi a tutti i tifosi su come stanno andando, veramente, le cose all’interno della stanza dei bottoni di Pezza delle Noci. Inutile rimarcare che la stampa locale aveva, più volte in questi tempi, messo in evidenza come la situazione debitoria dell’anno passato ed il budget attuale fossero due problemi non di poco conto all’interno di questa stagione agonistica. Ma fa nulla se le parole della stampa casertana non siano bastate ma che, solo dopo l’arrivo sulle testate nazionali, il problema sia diventato particolarmente interessante per il popolo bianconero. Finalmente, verrebbe da dire visto che, forse, non è bastato quello che usciva nelle cronache dei giornali casertani. Comunque, queste sono solo piccole e sterili polemiche all’interno di un quadro che inizia a prendere i contorni di un vero incubo. La tifoseria organizzata, i ragazzi dell’Inferno Bianconero, già nel corso della sfida di domenica contro Milano al Palamaggiò hanno iniziato la loro battaglia esponendo uno striscione particolarmente eloquente che chiedeva chiarezza ai vertici societari per scongiurare un nuovo 1998 (anno della scomparsa della storica Juvecaserta). Quei tempi sembrano lontani, impossibili da rivivere, ed invece sono tornati pericolosamente a fare capolino. E’ un momento particolarmente delicato, inutile negare l’evidenza, e saggiamente il presidente Gervasio ha sfruttato tutti i canali mediatici, in anticipo, per rendere nota quella che potrebbe essere una fine ingloriosa proprio nell’anno in cui, con tanti problemi e sacrifici, la squadra ha riconquistato l’amore della città. Ma, d’altronde, come non si può non volere bene a questi ragazzi che, nonostante i limiti tecnici e fisici, sputano sangue in campo e battono le corazzate. Questo, però, è un altro discorso. La meravigliosa creatura costruita da Sacripanti, stando attenti anche al centesimo da risparmiare, potrebbe sgretolarsi col passare del tempo se questo milione che manca non salterà fuori in tempi, relativamente, brevi. Gli occhi e l’attenzione generale si sposta, dunque, nella sala dei bottoni e, in questa corsa contro il tempo, è fondamentale l’apporto di Rosario Caputo. L’ex presidente si è defilato da tempo, si è rivisto solo dopo la vittoria a Siena, ma ora ha gli occhi di una città addosso. Non che spetti sempre a lui metterci una pezza, sia chiaro, ma deve intervenire in prima persona. Come? Anche solo parlando e rassicurando la gente. E’ un anno zero, speriamo non sia l’ultimo anno.