Due giocatori un unico punto in comune: Roma. Per uno, Giuliano Maresca, la città di origine, per l’altro, Alex Righetti, la città e la squadra che l’ha adottato cestisticamente ed ormai anche personalmente, visto che da anni l’ex ala anche della nazionale Azzurra ha residenza e domicilio nella capitale con la propria famiglia. Una sfida particolare per l’uno e per l’altro ed allora di seguito il doppio racconto della strada verso il match con la Lottomatica di sabato pomeriggio al Pala Tiziano e non al Pala Lottomatica come sempre.
«Per me è una partita particolarissima – ha esordito il romano di origine Giuliano Maresca -. Purtroppo ogni volta che sono stato a Roma a giocare non sono mai riuscito a tornare a casa con la vittoria tra le mani e quindi ci terrei tantissimo riuscirci questa volta con Caserta. Una sfida particolare perché ci saranno anche tanti amici e parenti che verranno a vedermi e quindi vorrei vincere anche per loro».
Non certo diversa l’idea di Alex Righetti, che sul suo ritorno a Roma ha cosi commentato: «Sono stato a Roma per sette anni e quindi è una società che per me conta tanto e mi ha dato tanto. Ancora oggi ci vivo con la mia famiglia e quindi quella di sabato si può definire una sfida dal sapore particolare. Tornare a Roma fa sempre piacere, cosi come fa sempre piacere provare a lasciare un buon ricordo a livello di professionalità a distanza di tempo».
Piena anche la sintonia in termini di aspettative per la sfida nella capitale che sarà, tra le altre cose la prima di due gare lontano dal Palamaggiò: «Una partita tostissima – il primo commento di Righetti -. Anche domenica scorsa hanno dimostrato di essere una squadra di ottimo valore ed ora con l’aggiunta anche di Mordente. Quindi ci aspetta una trasferta complicata dove dovremo mettere in campo la stessa energia ed intensità che abbiamo dimostrato con Milano. Solo cosi possiamo vincere». Ci mette addirittura un’annotazione tattica Giuliano Maresca che afferma: «Personalmente penso che in questo momento riuscire a fermare Datome potrebbe essere l’arma tattica per provare a portare a casa la vittoria. In questo momento è lui che sta dando il maggior apporto a questa Lottomatica. Poi magari il piano partita del coach sarà diverso, ma a pelle penso che fermare Datome sia per noi importante». Ma a Roma la Juve ci arriva con ancora il pensiero del successo con l’Armani, stampato nella mente. Un ricordo del quale i due protagonisti hanno cosi sintetizzato nei suoi vari momenti: «La chiave per vincere partite del genere con tanti miss match in ogni ruolo è solo una – inizia Maresca – ovvero quella di avere più fame dei tuoi avversari. E’ stato un successo fondamentale per noi che ci ha lasciato tanta fiducia per quella che è Caserta e per quella che è Milano ora. Una vittoria in cui abbiamo dimostrato di avere tanta testa, tanto cuore ed anche di saper sfruttare alcune situazioni come per esempio il momento del doppio tecnico a Milano. Certo in quel momento potevamo pensare che qualcosa sarebbe stato reso all’Armani, ma c’eravamo detti di restare calmi e continuare a giocare senza farci influenzare e alla fine cosi è stato. Il pubblico? Per un attimo ho rivissuto momenti di quella gara5 di Legadue con Montegranaro, ma con la differenza che questa volta tutto il Palamaggiò era dalla nostra parte».
Parte, invece, proprio dall’apporto del pubblico, Alex Righetti, ponendo i supporters come una delle chiavi del successo: «Il momento del tecnico a Nicholas e Scariolo ha girato l’inerzia della partita non solo per i liberi e perché ha sancito l’uscita anticipata di un giocatore importante come Nicholas, ma anche perché ha messo ulteriormente in gioco il pubblico. La spinta che abbiamo avuto dagli spalti è stata fenomenale e ci ha dato quella carica necessaria per compiere l’impresa. La chiave in campo, invece, è stata l’intensità. L’intensità con la quale abbiamo respinto ogni tipo di tentativo di rientro di Milano, l’intensità con la quale abbiamo affrontata una squadra che era fisicamente il doppio di noi e con la quale non ci siamo fatti schiacciare in difesa. Insomma l’atteggiamento e la voglia di misurarsi e vincere contro queste grandi squadre ha fatto la differenza».