Non conta per quanti anni indossi una maglia, ma quello che lasci. E Roberto Guadagnuolo a Caserta e nella Casertana ci ha lasciato il cuore. Domenica sarà travolto da mille ricordi ed emozioni forti poiché i falchetti saranno di scena al ‘Paudice’ contro il San Giorgio. Per lui, che oggi è dirigente granata, ma da oltre dieci anni tifoso rossoblù, sarà una domenica davvero particolare.
La sfida si avvicina Roberto e anche i battiti cardiaci aumentano.
“Vorrei che il 23 gennaio non arrivasse mai. Chi mi conosce sa di cosa sto parlando”.
Sei un casertano acquisito, ma da dove nasce l’amore per i rossoblù?
“Il primo giorno che indossai la maglia di allenamento, è cambiata la mia vita calcistica. Scoccò un amore eterno, indissolubile verso un club che solo a nominarlo mi trasmette emozioni. Un colpo di fulmine che in questo sport non mi è mai accaduto. Ho giocato in tante altre piazze importanti, ma Caserta è stato l’amore della mia vita”.
Due stagioni in cui hai contribuito a risalire in D ed essere premiato come miglior calciatore l’anno successivo.
“Ho indossato quella maglia per amore non certo per soldi. Sono rimasto il secondo anno anche quando le cose non andavano bene. Ero giocatore e tifoso e quando andavo in campo davo l’anima fino all’ultimo istante. Ho instaurato con i casertani un rapporto fraterno e nonostante quell’epilogo negativo, fui premiato come miglior calciatore nel girone nella top undici. E per me fu un orgoglio incredibile poter rappresentare la Casertana a livello nazionale”.
Hai il rossoblù nel sangue e sarà così per sempre.
“C’è chi è tifoso del Napoli e chi è tifoso della Casertana. Io sono orgogliosamente tifoso della Casertana e lo sarò sempre. In questi anni l’ho seguita in C e mi dispiace doverla ora affrontare tra i dilettanti, ma il destino così ha voluto. Se penso che due anni fa io e il presidente Mango eravamo in Promozione e ora ci apprestiamo a giocare contro la Casertana mi vengono brividi”.
Momento complicato per entrambe. Casertana lontana dalla vetta e San Giorgio che ha vuole tirarsi fuori dalla zona playout.
“Non sarà affatto semplice per entrambe perché andiamo ad affrontare un blasone come la Casertana che non se la passa bene visti i recenti risultati. Per noi è una partita da affrontare con il coltello tra i denti perché vogliamo salvarci e giocheremo come se fosse la partita della vita. Dispiace che difronte ci sia la Casertana, ma questo è il calcio”.
Un girone molto difficile e impegnativo. La Casertana l’ha scelto di proposito perché vogliosa di dimostrare la propria superiorità come dichiarato alla vigilia del torneo dal tecnico. Una scelta che oggi non sta pagando.
“Questo è un girone che per qualità assomiglia più ad una serie C che D con tantissimi club ben attrezzati. Costruire una squadra in poco tempo non è mai facile così come pensare di poter vincere quando ci sono compagini come Cerignola e Bitonto che obiettivamente hanno qualcosa in più. E’ sicuramente il gruppo più complicato da prendere, ma da sempre con le pugliesi è il girone più ostico. C’è grande equilibrio ogni domenica e sia per noi che per loro non è stata una scelta azzeccata”.
Al ‘Paudice’ solo una sconfitta e la Casertana ha dimostrato di poter perdere con le ‘piccole’. Credete nell’impresa?
“Dobbiamo costruire la salvezza davanti il nostro pubblico. Servirà una gara molto attenta ed evitare di commettere errori contro una delle favorite alla vittoria. Ci servono punti, sono sincero, anche se non riesco a pensare di dover battere la mia Casertana”.
Quando vedrai quei colori scendere in campo sarà un’emozione speciale.
“Vorrei avere la fortuna di essere ancora un calciatore. Forse domenica sarà la prima volta che mi mancherà il calcio giocato dopo il ritiro. Fino ad oggi non ho sentito l’assenza del pallone nella mia vita, ma quando mi ritroverò la Casertana contro, vorrei poter dare il mio contributo. Sarà un onore ospitare la Casertana in serie D e sicuramente sarà una gran bella giornata di sport”.