Tutti di nuovo a lavoro tra le mura del Palamaggiò dopo il giorno di meritato riposo che ha seguito la stupenda vittoria della Juve contro la corazzata meneghina dell’Armani. Una vittoria che resta ancora negli occhi e nella mente di tutti coloro che hanno avuto modo di poterla ammirare od anche seguire in qualsiasi altro modo. Una vittoria che di sicuro resterà scolpita nella mente degli addetti ai lavori, staff dirigenziale, tecnico e squadra. Una vittoria che prima di tutto conferma il fatto che quanto accaduto a Siena non è certo stato un caso dovuto all’allineamento dei pianeti o dei satelliti e quindi un evento più unico che raro. Una vittoria che conferma (sempre che dopo tante partite e tutta la pre-season ce ne fosse stato ancora bisogno ndr) che il primo grande riconoscimento che va fatto a questa squadra è quello di avere un grande cuore. Un cuore che porta i bianconeri ad andare ogni qualsiasi tipo di limite. Nella vittoria e nella sconfitta, infatti, quello che non è mai mancato è la voglia di combattere, di onorare la maglia che portano sulle spalle e di provarci a prescindere del nome e del palmares degli avversari, degli infortuni, delle condizioni precarie e di nuovi arrivi, ma soprattutto a prescindere di un monte ingaggi, che mai come nel caso di Milano, rendeva i due contendenti un qualcosa di più del già citato in passato, Davide contro Golia. Lo stesso cuore ed agonismo che Caserta dovrà avere, ora, ben impresso nella mente, dal momento che il calendario dice che sulla strada della truppa di coach Pino Sacripanti, ci sono due tappe importanti per valore dell’avversario e per il raggiungimento dell’obiettivo finale. Roma prima e Cremona poi. Quella nella capitale potrebbe essere l’ennesimo capitolo, l’ennesimo punto esclamativo di una stagione fino a questo momento esaltante. Battere Roma di sicuro entrerebbe all’interno del novero di grandi squadre e di successi in trasferta di primo piano, cosi come perdere non produrrebbe nessun tipo di effetto boomerang. Di sicuro il cerchietto rosso sul calendario bianconero è quello disegnato intorno alla data dell’11 dicembre prossimo, quando la Juve incrocerà le armi con la Vanoli per uno scontro diretto che direbbe tantissimo in chiave salvezza. Ma al momento nella mente della Juve e di Andre Collins ci sono già Roma, ma soprattutto ancora il ricordo vivo dell’impresa di domenica scorsa in un Palamaggiò infuocato ed in delirio per le gesta dei suoi ‘eroi’: «Da quando sono arrivato qui a Caserta – ha affermato l’ex Carife Ferrara – ho sempre avuto modo di dire che mi ricordavo del calore della gente e del tifo casertano, sin dalla mia prima volta che sono venuto qui a giocare. Cosi come ho sempre ripetuto che un giorno mi sarebbe piaciuto giocare a favore e non contro questo palazzetto. Domenica contro Milano il Palamaggiò è stato fantastico, ci ha sostenuto per tutta la partita, non ci ha mai abbandonato, ma soprattutto nei momenti importanti ci ha dato quella forza in più per portare a casa la partita».
Pubblico a parte, però, serviva un’impresa e alla fine l’impresa è arrivata.
«Per tre settimane non siamo riusciti a giocare la nostra pallacanestro per tutti i 40′ e quindi siamo tornati sempre a casa con una sconfitta tra le mani. Questa volta siamo riusciti ad essere concentrati per tutta la partita, abbiamo sbagliato pochissimo contro una squadra che ha un budget che è sei volte superiore il nostro e con grandi nomi e stelle Nba. Nonostante tutto siamo riusciti a giocare bene e finalmente mettere in tasca due punti pesantissimi».
Qual è stata la svolta?
«Giocare contro una squadra contro Milano non è certo facile. E’ una squadra fisica ed abituata all’Eurolega con giocatori di enorme talento. Ma l’abbiamo preparata bene. Coach Sacripanti ha preparato un piano partita perfetto e noi non abbiamo fatto altro che eseguirlo alla lettere e giocare come sappiamo fare».
Un piano partita che prima vi ha portato ad accumulare un buon vantaggio e poi a gestirlo.
«Questo vuol dire che possiamo giocarcela contro chiunque. Che questa squadra non ha paura di nessuno e che siamo pronti a lottare e giocare il nostro basket a prescindere del risultato».