150 PRESENZE IN NEROAZZURRO. Di Pietro: “Il Gladiator resterà per sempre dentro me. Luce ed Aveta-De Felice proprietà diverse, ora conta solo la salvezza”



Andrea Di Pietro

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Vestire la stessa maglia per 150 presenza è un’onorificenza per pochi. Andrea Di Pietro ha raggiunto questo traguardo con la maglia del Gladiator, club con cui ha disputato, fino ad ora, cinque stagioni nella sua carriera. Proprio contro il Savoia, con cui ha conquistato il momento più alto della sua carriera (la promozione dalla D alla C), il “Re Leone” di Portici ha messo per iscritto su pietra un legame che resterà indelebile: “Sono molto orgoglioso. Mi fa enormemente piacere aver raggiunto questo traguardo. Indossare la maglia del Gladiator non è una cosa che capita tutti i giorni, ti rimane dentro e ci resterà per sempre. Manco a farlo apposta, ho raggiunto il mio record personale contro una mia ex squadra, il Savoia, con cui ho vinto un bellissimo campionato“.

IL PARI COL SAVOIA. Il centrocampista classe ’83, fulcro di temperamento e personalità, si sofferma sul match di mercoledì contro gli oplontini: “Abbiamo fatto un buon pareggio contro il Savoia, squadra che ha obiettivi diversi dai nostri. Resta l’amarezza in bocca perché nel primo tempo abbiamo avuto delle occasioni e solo con un po’ di sfortuna non siamo andati in vantaggio. Meritavamo qualcosa in più ma lo reputo comunque un pareggio buono. La classifica parla chiaro, dobbiamo fare presto punti altrimenti diventa ancora più dura. Momento difficile? Siamo partiti con l’obiettivo di ottenere la salvezza, non con quello di andare ai play-off. Si sapeva che la squadra era attrezzata per tale scopo, abbiamo attraversato un momento difficile da dicembre in poi, con tutte le vicissitudini che conosciamo. Anche noi ci chiediamo cosa è successo, ma ora l’importante è ritrovare la retta via, risollevando sia il morale che la classifica. Ci stiamo lavorando, ultimamente abbiamo ottenuto punti, dobbiamo continuare su questa strada e provarci fino alla fine”.



Andrea Di Pietro

DIFFERENZE. Andrea Di Pietro approdò per la prima volta a Santa Maria Capua Vetere nell’estate del 2011 con il presidente Lazzaro Luce ed il direttore sportivo Tonino Simonetti. Due anni fino al 2013 e poi il ritorno nel 2018, con la nuova proprietà presieduta dalla famiglia Aveta e da Giacomo De Felice. Il capitano neroazzurro valuta le differenze tra le due gestioni: “Si tratta di due proprietà e figureL diversi, con obiettivi differenti. Con Luce puntammo per puntare a vincere l’Eccellenza ed arrivammo secondi dietro il Savoia. In Serie D ottenemmo il record di squadra imbattuta in Italia ed Europa per ben 27 gare. Credo che quella sia la più bella esperienza vissuta col Gladiator: arrivammo secondi ma fino a dicembre siamo stati in lotta con l’Ischia che stravinse il campionato. Al mio ritorno, ho conosciuto persone eccezionali come la famiglia Aveta e De Felice. Mi hanno scelto subito capitano, per il carisma e tanto altro, e ciò mi ha inorgoglito. In Eccellenza abbiamo avuto qualche difficoltà strada facendo, ma siamo arrivati comunque ai play-off. Lì abbiamo lottato ad armi pari con tutti e ne siamo usciti vincitori. L’anno scorso campionato difficile, conquistando punti contro le più grandi e perdendoli con le più piccole. Conquistammo la salvezza, cosa che vogliamo ripetere anche quest’anno“.

LA SECONDA CASA. Una vita in neroazzurro per Andrea Di Pietro che guarda ora al futuro neroazzurro: “150 presenze e 29 goal parlano chiaro. La mia carriera si è evoluta per tanti anni qui a Santa Maria Capua Vetere, di fatti è la maglia con cui ho giocato più partite. E’ la mia seconda casa, ci sto bene, non ho mai avuto problemi con i tifosi né con la dirigenza. Ringrazio tutti per il sostegno che hanno sempre manifestato. In questa stagione abbiamo affrontato tanti problemi ma tutti vogliamo dare una soddisfazione ai presidenti, persone eccezionali che fanno di tutto per non farci mancare niente. Vogliamo dare una soddisfazione ai tifosi che, nonostante i tanti problemi, stanno lì a spronarci: avere una piazza che è sempre vicina non avviene dappertutto. Nel finale di stagione serve uno scatto di orgoglio, a partire già da domani contro il Lanusei, per fare punti importanti. Dedica? Dedico questo riconoscimento alla mia famiglia che, nei momenti negativi e positivi, sono sempre li a sostenermi”.


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