Andata in archivio l’amichevole contro Avellino in quel di Benevento. Andata in archivio una partita che con ogni probabilità la Juve ha voluto mettere in piedi dopo quanto vista nell’ultima uscita di campionato, quella contro la Scavolini Pesaro. Allo stato attuale Caserta ha nel proprio roster giocatori che hanno bisogno prima di tutto di giocare, di avere nelle gambe quel ritmo partita che è mancato in alcuni frangenti nel ‘face to face’ contro i marchigiani nello scorso sabato pomeriggio. Ovvio che i riflettore vengono automaticamente accesi sul nome di Rose e Tusek, ma dopo una decina di giorni in cui l’intensità generale era scemata, l’intera carovana di Pezza delle Noci aveva bisogno di ritrovare quell’agonismo smarrito, anche se solo per un attimo, dopo l’infortunio di Stipanovic e l’arrivo di Marko Tusek. Lo sloveno che, quindi ha ritrovato i colori della sua ultima squadra nel massimo campionato italiano, è stata si un’aggiunta importante, ma comunque un giocatore a cui coach Sacripanti deve dare del tempo e mettere in riga dal punto di vista fisico in occasione della prossima trasferta in terra canturina contro la Bennet di Trinchieri. Ma se da un lato il lungo con 12 anni di esperienza alle spalle, rappresenta un pensiero per il timoniere bianconero solo dal punto di vista fisico, il suo arrivo ha ‘impensierito’ e non poco anche la dirigenza che per mettere a disposizione del proprio allenatore un altro giocatore per compensare la mancanza di Stipanovic, ha dovuto compiere l’ennesimo sforzo di questa stagione dal punto di vista economico, con la speranza che prima o poi qualcuno si accorga della ‘bontà’ di questo progetto costruito con non moltissimo (i sei punti e una squadra sempre combattiva dal primo all’ultimo minuti di gioco dovrebbero bastare da sole ndr) e si schieri in prima fila e non solo a parole o da lontano, al fianco della dirigenza casertana.
«Dopo tutto quello che si è visto fino a questo momento – ha commentato il presidente casertano Francesco Gervasio – non so più cosa pensare o cosa fare per dimostrare che quello attuale è un progetto che merita fiducia, ma soprattutto che merita un aiuto in più. Eppure abbiamo 500 abbonati in meno, eppure tanti degli sponsor della passata stagione non sono stati rinnovati, ne tanto meno ce ne sono dei nuovi su cui fare affidamento per il presente, ma anche per il futuro. Con l’infortunio di Stipanovic abbiamo, anche, dovuto sostenere un ulteriore costo per assicurarci Tusek, sforzo che rientra all’interno di quello enorme che stiamo facendo fino a questo momento».
Cosa secondo lei non è arrivato come messaggio a chi potenzialmente potrebbe essere un partner commerciale della Juve?
«Che questa squadra, questa passione e tutto quello che stiamo facendo è una delle eccellenze di questo territorio. Niente di diverso da quello che abbiamo detto dall’inizio nel continuare a portare avanti questo progetto».
Il discorso dei partner commerciali prevedeva anche una mano, a prescindere dalla forma e dalle modalità, anche da parte delle istituzioni?
«Assolutamente si. Solo che al momento non abbiamo avuto dei riscontri altisonanti. Al momento c’è in corso un ulteriore discorso con il presidente Zinzi e quindi aspettiamo di capirne l’evoluzione».
Mettendo per un attimo da parte le questioni societarie, che impressione le ha fatto la Juve nella sfida contro Pesaro?
«Non lontanissima da quella di sempre, ovvero una squadra combattiva per tutti i 40′. Questa volta, poi, seppur non giocando bene abbiamo avuto la possibilità di vincerla e questi due punti ci sarebbero serviti per affrontare una trasferta difficile come quella di Cantù. Come hanno detto tutti abbiamo pagato due settimane di allenamenti non al massimo e quindi la speranza è che ora si possa tornare alla normalità».