NAPOLI – Il guerriero appende gli scarpini al chiodo. All’età di 41 anni (li compirà il 19 agosto 1980 a Napoli), Giuseppe Gelotto ha deciso di smettere. Con un post su facebook, ha comunicato la sua sofferta decisione di porre fine ad una carriera ultraventennale, partita dall’Arci Scampia, scuola calcio del suo quartiere natio, fino alla cima raggiunta con la vittoria del campionato di Serie D con l’Arzanese nella stagione 2005-2006. Un combattente sulla mediana, è stato per anni un baluardo dei centrocampi delle squadre campane (e non solo) e non ha mai disdegnato i suoi inserimenti in area di rigore, con numerosi goal collezionati (nella Terra di Lavoro ha giocato con Casertana, Gladiator, Marcianise, Virtus Carano e San Marco Trotti).
LA CARRIERA. Tanti i successi conquistati in carriera, dal trionfo succitato con l’Arzanese in D ai campionati di Eccellenza vinti con la Spigolatrice Sapri, Ebolitana, Marcianise e con la Casertana, con cui ha vinto campionato e Coppa Italia regionale nel 2006-2007 ed ha sfiorato il triplete, con il Pontevecchio che gelò i falchetti al 90′ nella finalissima della Coppa Italia Nazionale allo stadio “Flaminio” di Roma. Cinque le finali di Coppa Italia regionale perse, di cui una col Gladiator contro la Forza & Coraggio, mentre due sono le retrocessioni. Le successive vittorie sono arrivate con la Boys Caivanese in Promozione e Carotenuto Mugnano in Prima Categoria, prima dell’ultima esperienza con il San Pietro Infine. Una vita trascorsa sui campi polverosi del calcio dilettantistico, con una passione infinita per quel pallone rotondo.
LA DECISIONE. Per Giuseppe è arrivato quel momento che mai i calciatori vorrebbero conoscere, di fatti a malincuore annuncia: “Il momento è arrivato. A 41 anni, per il lavoro che svolgo e per l’età che ho, non posso più seguire il calcio giocato delle categorie. E’ giusto accantonarlo ma continuerò a divertirmi con l’intersociale, poi in futuro mi piacerebbe avere una carriera da allenatore o da direttore sportivo“.
I RICORDI. Il numero 8 di Scampia guarda indietro al suo passato e rimembra una carriera stupenda: “Sono contentissimo di tutto quello che ho fatto. Ho sempre dato me stesso nella mia vita, il primo amore non si scorda mai, di fatti non dimenticherò nulla della mia esperienza nel calcio. Di ricordi ne ho tanti, sono stato fortunato a vincere molto. Sono tutti stupendi e li metto alla pari, dal successo con la magica Casertana, l’Arzanese la mia seconda casa, Sapri, a Marcianise in cui vincemmo un bellissimo campionato, dieci anni di Serie D, Ceccano, la Viribus Unitis che è stata la prima squadra di D, le avventure al Gladiator. Una carriera iniziata con il presidente Antonio Piccolo che ringrazio perché mi ha fatto crescere sereno e mi ha dato tanti consigli”.
LA PARTITA D’ADDIO. Infine il centrocampista, che lavora da tre anni in servizio alla Vigilanza Antincendio all’ospedale “Moscati” di Aversa, anticipa che organizzerà una partita d’addio: “Innanzitutto ora posso seguire di più mio figlio. Oggi con tutti questi problemi, l’importante è sorridere. Ora sarò impegnato tra lavoro e famiglia. In futuro, appena sarà possibile, organizzerò una partita di addio riservata ai bambini di 11 anni, della stessa età di mio figlio, a cui darò una maglia numero 8 con il mio nome sulle spalle. Inviterò tutti i miei amici e compagni di squadra per una grande festa: la degna conclusione di una vita calcistica che mi emoziona“.