La dodicesima tappa del viaggio di Colore e Calore si macchia di sangue, purtroppo. Storicamente, Caserta contro Pesaro non è una partita come tutte le altre sia per le splendide battaglie sulle lastre di parquet sia per la poca simpatia che divide le due tifoserie. Stesso nome di battaglia (Inferno), diversi scontri nel passato, pochissima voglia di farsi mettere ‘sotto’, sempre pronti a sfottersi. C’era attesa, tanta, per l’anticipo del sabato al Palamaggiò. C’era curiosità per vedere anche il duello tra i due gruppi ultras. Purtroppo la cronaca odierna si deve, per forza di cose, soffermare sugli scontri avvenuti nel settore ospiti. I pesaresi sono entrati intorno al quarto minuto: una ventina di tifosi con altrettanti poliziotti al loro ‘fianco’. Ingresso nel ‘quasi’ silenzio del Palamaggiò. Iniziano i cori, mostrano i vessilli, si sveglia il palazzetto e diventa una bolgia. Siamo pronti ad una sfida nella sfida, ai cori, agli sfottò, alle provocazioni. Siamo pronti ma, due minuti più tardi, scoppia il finimondo tra i pesaresi. I motivi non sono chiari, sinceramente non ho visto come sia scoppiata la scintilla, non posso dire ‘è colpa di questo o di quest’altro’. Non so, non posso dirlo. So che lo spettacolo andato in scena per quasi due minuti è stato allucinante. Pesaresi caricati energicamente dalla polizia: una pioggia di manganellate, un’onda di tifosi che si spostava, cercava di reagire o proteggere gli altri. Una corsa per i gradoni, spintoni, insulti, minacce e tante manganellate. Tante, veramente, forse anche troppe. Finita la carica è il momento di ‘contare’ i danni. Sbuca, dalla massa di tifosi, uno col volto completamente insanguinato: gli amici inveiscono contro i ‘blu’, il ferito viene portato all’interno del settore ed arrivano i paramedici. Ritorna nel secondo tempo con due vistosi cerotti (uno in fronte ed uno sopra la nuca). Scoprirò dopo che i feriti, in realtà, sono due. Una carica veramente dura. Eccessiva mi verrebbe da dire. Dispiace dover assistere a questi spettacoli e, ripeto, non posso dire come sia nato il tutto.
Davanti a questo ‘sangue’ diventa secondario parlare del resto. Due flash rapidi; il primo per lo striscione dell’Inferno Bianconero nel secondo tempo: “Ibr, Mentalità perfetta, con la squadra si mangia la bruschetta” per sfottere gli ultras pesaresi ‘rei’ di essere andati a cena con la squadra. In secondo piano anche l’accoglienza calorosa per Jumaine Jones: tanti applausi, zero fischi anche dopo i primi canestri ma poi… Thrilla from Camilla ha cominciato a mostrare il gesto del ‘3 americano’ dopo le bombe ed a guardare, con fare di sfida, il parterre. Premesso che Jumaine è questo, lo faceva anche in maglia bianconera (ricordo un fallo tecnico preso a Milano nella sua prima stagione casertana in regular season proprio per aver ‘provocato’ il pubblico lombardo), ma stavolta poteva veramente risparmiarselo. Non c’era motivo, però JJ è questo.