LAVELLO – Archiviata la brutta sconfitta di Altamura, il Real Aversa è pronto a ripartire dalle mura casalinghe per affrontare una delle squadre più ostiche del girone H, il Lavello: la squadra lucana è allenata da Karel Zeman, figlio del ben più noto Dzenek, ed un successo in terra normanna le garantirebbe il primo posto in classifica, in virtù della partita in meno rispetto alle dirette concorrenti.
IL TECNICO E LE SCELTE FREQUENTI. Tale padre, tale figlio: i detti popolari non sbagliano mai, nemmeno in questo caso. Karel, così come il papà, si fa leader di uno stile di gioco votato all’attacco, ed i numeri lo testimoniano: il club lucano è il 2° per goal fatti, e non a caso non sono mancate le goleade: 5 le reti contro il Molfetta ed un poker fuori casa contro la capolista Sorrento i risultati più roboanti ottenuti dall’allenatore ceco. Il modulo più utilizzato è il 4-3-3, e la predilezione per la fase offensiva è evidente andando ad analizzare la formazione: il centrocampo a 3 è composto da Longo, Giunta, ed Herrera, rispettivamente due trequartisti ed un ala, impiegati nella zona nevralgica del campo: insomma, la miglior difesa è l’attacco.
I PIÚ IN FORMA. Tra i migliori di questa prima parte di stagione sicuramente Lorenzo Liurni, con 6 reti e 3 assist; Pablo Burzio, attaccante argentino classe ’92 con alle spalle esperienze nei top campionati sudamericani e che ha già realizzato 6 reti e 2 assist; Ferdinando Vitofrancesco, capitano del club, cresciuto nel settore giovanile del Milan e campione di Serie C con il Perugia, con tantissime presenze nella serie cadetta e 5 assist realizzati in appena 8 partite; Eric Herrera, ben noto agli addetti ai lavori, arrivato al Lavello dopo la fantastica annata al Sorrento dove ha messo a segno 9 reti in 16 match giocando da ala sinistra.
Il Real Aversa ospita dunque uno dei top club del girone, con l’obiettivo di far bene e reagire dopo la brutta sconfitta di Altamura: senza la pretesa di dominare contro una squadra che ha ben altri obiettivi in campionato, ma con la consapevolezza di poter mostrare la qualità del proprio gioco e togliersi di dosso il marchio di “cenerentola” del girone.