ADDIO PAOLO ROSSI. Scoperto da un famoso ex calciatore del Gladiator e ds di Juventus e Napoli, fu l’eroe del Mundial ’82



Paolo Rossi ed Italo Allodi

SANTA MARIA CAPUA VETERE – “Campioni del Mondo Campioni del Mondo Campioni del Mondo!”: ancora risuona l’urlo del telecronista Rai Nando Martellini la sera dell’11 luglio 1982. Quell’indimenticabile voce celebrava il trionfo dell’Italia nel Mundial di España, grazie alla performance inaspettata della Nazionale di Enzo Bearzot. Di quella selezione piena di calciatori che resteranno immortali nella storia del nostro sport, Paolo Rossi fu l’emblema della rinascita. L’effige di un mese che fece sognare il Belpaese, dalla Val d’Aosta alla punta della Puglia, dal Friuli a Trapani. D’un tratto fu dimenticata l’onta squallida del calcio scommesse e forse anche la stagione difficile degli anni di piombo. Il calcio entra spesso in dinamiche più grosse di esso ma all’improvviso le stravolge, con pieghe impreviste al suo passaggio. Come un ciclone che spazza via tutto, come un ciclone che ‘salva’ e riabilita un calcio che in quegli anni stava dando i primi segnali di cedimento.

LA SCOMPARSA. Stanotte, poco prima che scoccasse un nuovo giorno, ‘Pablito’ se n’è andato per un male incurabile, un tumore ai polmoni. Il 9 dicembre, il suo ‘9’ sulle spalle: ha voluto legarsi per sempre al numero che preferiva, anche se nell’avventura spagnola indossò la 20. Ad appena quindici giorni dalla scomparsa di Diego Armando Maradona, un altro elegante interprete del giuoco lascia la vita terrena. Mentre per l’ex Pibe de Oro, sono stati numerosi gli episodi che vi abbiamo raccontato, nel legame con Terra di Lavoro, Paolo Rossi ha quasi sempre giocato tra la Serie A e la B, non incrociando mai compagini casertane.



Italo Allodi al Gladiator

IL FILO CONDUTTORE. Ma un punto in comune c’è e di sicuro tanti lettori più anzianotti ricorderanno il suo nome. Nella stagione 1950-1951 transitò per una sola stagione al Gladiator un certo Italo Allodi, che all’epoca era sconosciuto ai più ma in seguito divenne non solo direttore sportivo di Inter, Juventus, Napoli e Fiorentina ma soprattutto fu lo scopritore di Paolo Rossi. La storia narra che l’appassionato dirigente veneto di Asiago, al servizio di Giampiero Boniperti, lo vide per la prima volta in una squadra di Dilettanti toscana e lo acquistò per una dozzina di milioni di lire. Rossi giocava nel Cattolica, una delle principali società di Firenze, in cui era approdato all’età di dodici anni, ed in un torneo a Chieti nel 1969 si laureò il migliore della kermesse. Immediatamente Luciano Moggi, osservatore per conto dei bianconeri, lo segnalò ad Allodi che ne intuì le doti e non se lo fece sfuggire.

A SANTA MARIA CAPUA VETERE. All’ombra dell’Anfiteatro, alcuni dirigenti più in là con l’età ricordano del ragazzo, all’epoca ventiduenne che arrivò in Campania dal Nord, dopo le esperienze con il Suzzara e la Bondenese. Giocava mediano e legò molto con Paolo Tomassi, un socio storico del circolo U.S. Gladiator di Piazza Matteotti. Non fu il primo e non fu l’ultimo di ragazzi provenienti dal Settentrione che vestirono la maglia neroazzurra, infatti i tifosi sammaritani ricordano negli anni a seguire l’approdo dei triestini Dionigio Zanutel e Stelio Nardin: quest’ultimo arrivò in Serie A con il Napoli e debuttò anche in Nazionale, prima di finire la carriera alla Casertana.

CARRIERA DA DIRIGENTE. Dopo il Gladiator, Allodi (che morì a Firenze nel 1999 a settantuno anni) giocò altre poche stagioni con Forlì, Parma e Carrarese, poi abbandonò il calcio a ventisei anni perché non riuscì mai a superare la Serie C. Così, dopo aver abbandonato gli studi per diventare giornalista, divenne segretario amministrativo del Mantova e poi nel 1959 Angelo Moratti lo volle all’Inter, dove inizialmente ebbe la stessa mansione. Dal 1959 al 1968 fu direttore sportivo dei nerazzurri, contribuendo con alcuni acquisti azzeccati (come quello di Tarcisio Burgnich) alla nascita del mito della Grande Inter. All’inizio degli anni settanta, ricoprì dei ruoli dirigenziali nella Juventus, per poi trasferirsi alla Fiorentina ed al Napoli. Tanti i talenti scovati in giro per l’Italia ma su tutti un nome resterà legato alla sua carriera: Paolo Rossi, l’indimenticato eroe del Mundial ’82 che è per sempre nella leggenda.


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