La carriera partenopea di Diego Armando Maradona è stata segnata da tanti momenti, vicende e tappe tra loro uniti dallo stesso minimo comune denominatore: il genio, la sregolatezza e il grande cuore del numero 10 azzurro. Il Pibe De Oro legato da un legame indissolubile con Napoli, nei suoi anni trascorsi in Campania non ha perso l’occasione di vivere anche il territorio che circonda la grande città metropolitana e varcarne i confini. E così, facendo un salto indietro nel tempo, ritorniamo a un 11 dicembre del 1985 quando El diez decise di fare tappa a Mondragone. I motivi di questa visita? Semplice, l’amicizia e il calcio! Due cose che bastarono a portarlo ad assistere a una gara Interregionale tra i granata del Mondragone e L’Aquila. La presenza allo stadio “Conte” – racconta Nino Fusco, calciatore che quella partita l’ha vissuta da protagonista – era legata al fatto che un suo amico argentino e convivente nella sua casa di Posillipo, Osvaldo Dalla Buona, giocasse proprio nella formazione mondragonese.
Reduce da una stagione nella massima serie americana con i Cosmos, il grintoso centrocampista fu ingaggiato dal presidente Pagliuca, che regalò la quarta serie alla città domiziana per la prima volta nella sua storia prelevando il titolo della Viribus di Somma Vesuviana. La squadra costruita dall’allora direttore sportivo Peppino Cresci, oltre a Dalla Buona, contava tra le sua fila la presenza anche di un altro importante calciatore, il casertano Domenico “Mimì” Di Maio, fine regista ed esempio di professionalità per i compagni. Quella con L’Aquila fu una partita di recupero, giocata in infrasettimanale poiché rinviata alla prima giornata per impraticabilità di campo e Diego libero dagli allenamenti con il Napoli decise di assistervi invitato dall’amico. Alcuni giorni prima la voce si sparse in città e anche giornali come “Il Mattino” e “Sport Sud” riportarono la notizia. L’evento fu di una rilevanza mediatica tale che tutto il comprensorio domiziano si mobilitò per assicurarsi l’accesso allo stadio, che per l’occasione si riempì in ogni angolo. Il Mondragone guidato dall’allenatore Antonio Marzocca quella gara, nemmeno tanto scontata per il valore dell’avversario, la vinse 2-1 battendosi con orgoglio fino alla fine.
Maradona accolto all’arrivo da re e con una schiera di persone al seguito, prese posto a bordo campo. Al suo fianco c’erano seduti l’ex presidente granata Eraclio Pagliuca e il giornalista Paolo Paoletti (vestito in bianco nella foto), che in quel periodo seguiva il Pibe De Oro ovunque.
La prima rete che apri le marcature la segnò proprio il mondragonese e capitano della squadra Fusco. L’esterno d’attacco numero 7 approfittando di un pallone alzato a campanile dal difensore dell’Aquila Stanzione, col sinistro stoppò la sfera e senza farle toccare terra col destro lasciò partire un gran tiro dai venticinque metri che si insaccò all’incrocio dei pali. La spettacolarità del gol sorprese anche Maradona che si alzò in piedi esultando con enfasi travolto dall’entusiasmo. Tanta l’emozione in quel momento per Fusco che definisce questo gol “Il più bello della mia carriera per bellezza e importanza”. Il pareggio aquilano non scalfì il Mondragone (all’epoca si chiamava Viribus Mondragonese ndr) che, caricato dalla presenza di Diego, nel finale riuscì a vincere grazie al colpo di testa vincente del difensore Felice Di Sarno. “Cio che mi colpì molto – continua Fusco – fu l’umiltà di questo grande campione seduto tra la gente da “semplice tifoso” in uno stadio di provincia”. Non una casualità per Maradona che ad Acerra era sceso addirittura in campo su un terreno di gioco fangoso. Una giornata storica che permise a tanti tifosi di vedere da vicino il proprio idolo e a molti calciatori dell’epoca di viverlo attraverso i racconti del compagno di squadra Dalla Buona. Il Mondragone del presidente Fabio Del Prete lo ha ricordato con un poster affisso all’esterno dello stadio e un cero a illuminare il cammino del più grande calciatore che la storia abbia mai ricordato.