CASERTA – La scalata verso alti traguardi necessita spesso di tappe intermedie che hanno un fondamentale valore formativo. La carriera di Matteo Pessina ne è un esempio ed è di grande riferimento per i tanti che credono di trovarsi impelagati in Serie C, quando basta un attimo per cambiare la propria vita calcistica. Ieri sera l’atleta dell’Atalanta ha fatto il proprio debutto con la Nazionale italiana, nell’amichevole disputata allo stadio “Artemio Franchi” di Firenze con l’Estonia. E’ stata di certo una grande emozione, lo è ancor di più considerando che quattro anni fa veniva mandato a farsi le ossa nel girone C di Serie C, lo stesso raggruppamento della Casertana. Era la stagione 2015-2016, quella che all’ombra della Reggia ricorderanno per la promozione sfiorata in Serie B.
I PRESTITI AL SUD. Dopo otto stagioni col Monza, club della sua città natale, il Milan se ne innamora e lo acquista dai cugini brianzoli. Ma il suo futuro non è in maglia rossonera, infatti viene subito mandato a farsi le ossa nell’estremo Sud, a Lecce: così per la prima volta si trova a vivere lontano dalla Lombardia, a soli diciotto anni. Il 20 settembre 2015, allo stadio “Via del Mare” arrivano i falchetti di Nicola Romaniello che si portano in vantaggio con l’autogoal di Freddi al 32′, prima del pareggio salentino di Surraco al 40′ che fissa il punteggio sull’1-1. E’ la terza giornata e l’allora allenatore Antonino Asta (ex calciatore del Torino) lo fa riscaldare ma non opta per l’ingresso in campo.
AL MASSIMINO. Mentre la Casertana vola, i leccesi stentano e la sconfitta sonante alla sesta giornata a Foggia (4-0) costa la panchina ad Asta che viene sostituito da Piero Braglia: quest’ultimo non lo vede e gli concede solo quattro presenze, così a gennaio ritorna al Milan. Anche stavolta però i rossoneri lo mandano in prestito, sempre nel girone C al Catania. La Casertana è in testa, con un vantaggio rassicurante sulle avversarie, e conquista allo stadio “Massimino” un successo tanto prestigioso quanto prezioso per la classifica. Gianluca De Angelis sigla lo 0-1 finale, tra la gioia dei tifosi casertani. Anche in quel caso Pessina resta in panchina, su scelta dell’allora allenatore Pippo Pancaro.
LA SCALATA. Mentre i falchetti cedono il passo al Benevento nella rincorsa verso la B, Pessina saluta quell’anno con cinque presenze complessive (quattro a Lecce, una a Catania). La doppia esperienza lo forma molto ma sarà l’aria di casa a trasformarlo, infatti al ritorno in Lombardia l’anno seguente è protagonista con il Como, con 9 goal in 35 presenze, all’età di 19 anni. Di lì a poco, tappa dopo tappa, migliora ed infatti veste i panni delle nazionali, debutta in Serie A ed in Europa League con l’Atalanta di Gasperini (che lo acquista dal Milan all’interno della variagata trattativa per Andrea Conti), disputa un grande campionato con l’Hellas Verona di Juric la passata stagione (7 goal in 35 presenze) e quest’anno in pochi giorni esordisce prima in Champions League e poi con la Nazionale italiana. Ieri un nuovo traguardo della sua carriera, senza dimenticare quelle cinque presenze nella Serie C del Sud che lo hanno fatto crescere ed aspettare il momento giusto.