La polemica accesa dal canestro convalidato a Mouaha sta infervorando social e siti specializzati. Dalle analisi temporizzate, ai frame fatti da questa o quella angolazione, ai video amatoriali e ai tanti richiami del regolamento. Tra l’altro, quello postato dal profilo della squadra abruzzese su Instagram, va a mettere in evidenza come il tabellone del palazzetto segnasse uno 00.01 che conferma la scelta arbitrale. Le stop-lamp sembrano dire il contrario. La sirena sembra aiutare i casertani e la dinamica del tiro, con due palleggi e arresto per la sospensione mal si conciliano con 1 secondo e 48. È chiaro che la sponda bianconera si senta defraudata così come quella rosetana ben contenta della vittoria, ma soffermarsi a citare il regolamento o le dinamiche fisiche di quel canestro appare una polemica sterile e quantomai inutile. Tantomeno proporre un ricorso. Innanzitutto perché in situazione analoga – e addirittura in quel caso c’erano anche le telecamere ‘neutrali’ di Sportitalia – un canestro di Ferrara a tempo scaduto contro la Fortitudo non vide accolta l’istanza dei bolognesi, pur in evidenza di prove. Ancor più che anche si ammettesse l’errore tecnico, l’incongruenza tra cronometro del tavolo, cronometro del tabellone principale, cronometro dei canestri e sirena non è qualcosa che gli arbitri devono tarare. Quanto più che ciò attiene a problemi strutturali di un adeguamento del software del Palamaggiò che non può essere evidentemente eseguita, specie se di tali problematiche se ne discute da anni, nelle canoniche chiacchiere da bar.
La verità è che si continua a guardare l’evento sfavorevole avverso e ci si appiglia, laddove in condizioni normali una Caserta in palla avrebbe potuto tranquillamente vincere la gara. Non servono scuse né ricorsi, né ulteriori recriminazioni su un risultato che, purtroppo per i colori bianconeri, è cementato nel referto e tale resterà salvo assolute rivoluzioni copernicane nella giurisprudenza. Serve una scossa della squadra e dei suoi membri e una maggiore concentrazione per tutta la durata dei match, senza fare rimonte degne di un maratoneta alla Dorando Pietri, che come visto sia contro Forlì nell’Irtet, che ieri contro Roseto, sono frutto di inerzia e cuore che vengono dalla voglia di non uscire sconfitti, ma che dovrebbero essere l’abc della gara fin dalla prima palla a due. Archiviare Roseto e concentrarsi su Piacenza e sul recupero di Carlson, non serve aggiungere altro ad una settimana che sembra iniziata sotto i cattivi auspici di una distorsione dell’attenzione dal problema primario della Juvecaserta: trovare un gioco che sia fluido e, se possibile, continuo. Questa è l’unica occasione se si vogliono ottenere punti e muovere la classifica.