La nona tappa del nostro viaggio di ‘Colore e Calore’ fa scalo nel tempio dei pluricampioni d’Italia in carica della Mens Sana. Continuo a chiamarlo Pala Sclavo anche se, ufficialmente, dovrei chiamarlo Pala Estra. Sono affezionato ai vecchi nomi e quindi resto legato al Pala Sclavo. Freddino anzi che no in quel di Siena, c’è la diretta televisiva, si gioca di sera. Scoraggia molti che, alla fine, avranno torto perchè si perdono un giorno storico. Arriva il torpedone dell’Inferno Bianconero che prima di entrare nel palazzetto accedono le loro torce mentre altri semplici tifosi casertani bevono vino e passano del tempo coi curvaioli toscani. I diavoli entrano, arrivano anche i tifosi ‘normali’: alla fine nel setttore del Pala Sclavo saranno una settantina. Tanti, tantissimi viste le problematiche di questo viaggio. Saranno premiati dalla squadra, dal cuore immenso di un gruppo che ti fa commuovere per come sta in campo, lotta, grida, urla e suda. Immensi. Ma la partita è stata bellissima anche sugli spalti anche se ha avuto un antipasto triste. Prima della palla a due è stato osservato un minuto di raccoglimento per commemorare il povero Marco Simoncelli, morto la mattina a Sepang. Il motociclista del futuro non c’è piu’. Tutti uniti, casertani e senesi, in un lunghissimo applauso che andato ben oltre il minuto. Saranno stati tre, interminabili, minuti di applausi e commozione mentre nel settore occupato dai diavoli bianconeri si alzava lo striscione ‘Ciao Marco’. Comincia la partita ed inizia il duello dei cori. Uno dei primi partiti dall’Inferno Bianconero è una stoccata ai napoletani. Antefatto: la scorsa settimana, durante Napoli vs Ruvo di Puglia, gli ultras partenopei avevano ‘omaggiato’ i casertani di questo striscione: “Non hanno onore i diffidati, dalle società accreditati, vergogna IBN89”. Una settimana dopo, i casertani rispondono con un semplice: “Noi non siamo napoletani”. Un ritorno al passato. Anche i senesi si danno da fare (meravigliosa la Verbena prima della palla a due); loro i diffidati li rispettano e, rivolti al settore bianconero, rendono onore a quelli casertani. Ritorna, finalmente, la bandiera canadese nell’oceano bianconero: la bandiera per caricare il fighter con la foglia d’acero nel cuore: Aaron Doornekamp che bagna il suo esordio in campionato e, per la prima volta, da capitano del glorioso club di Pezza delle Noci. La partita scorre via tra incredulità e stupore, Caserta è in vantaggio, Caserta tiene, Caserta sta vincendo. Un funzionario, donna, delle forze dell’ordine, presa dal colore e dal calore del popolo bianconero, prendeva la bandiera canadese e la sventolava oltre a partecipare a qualche coro. Incredibile, succede anche questo nella magica notte senese. Suona la sirena, è un tripudio bianconero. I diavoli saltano, festeggiano, alcuni non trattengono le lacrime: Caserta ha vinto a Siena, la Juve ha sbancato il Pala Sclavo. I giocatori, lo staff tecnico, vanno sotto il settore a festeggiare coi loro tifosi mentre i sostenitori senesi, compostamente e civilmente, raggiungono la via dell’uscita. I gladiatori della Juve vengono accompagnati fin sopra il pullman da applausi, pacche sulle spalle, abbracci e baci. E’ una festa che finisce verso le 23. Una gioia infinita. Le stelle senesi sono cadute. Sono brillanti quelle casertane.