Mister Raffaele Esposito sta ricaricando le batterie dopo la stagione non semplicissima alla guida della Casertana. In attesa di decidere il proprio futuro, con il tecnico abbiamo voluto ripercorrere la sua gestione alla guida dei falchetti.
Domanda secca mister, secondo lei cosa non ha funzionato quest’anno?
“Prendersela con gli infortuni sarebbe troppo facile. Quando ingaggi i famosi alieni Castaldo, D’Angelo, Zito, Vacca, Floro Flores e Blondett e intorno a loro c’è ben poco, non puoi aspettarti di vincere tutte le partite. A mio avviso l’errore è stato proprio quello, cioè non avere ricambi all’altezza. Quando poi si sono fermati loro sono iniziati i problemi”.
L’ex Potenza poi risponde ad una intervista di mercoledì rilasciata da Sandro Pochesci: “Leggevo le dichiarazioni del mister e senza polemica ma ha detto molte inesattezze. Ha trovato uno spogliatoio scarico? Era semplicemente quello che è sempre stato perché quando i risultati non arrivano è ovvio che il morale è a terra. Poi in dodici partite sono arrivate solo due vittorie? Non mi risulta dal momento che di vittorie ne sono state conseguiti cinque con quattro sconfitte e tre pareggi. Non scendo nei dettagli ma non è corretto fare quel tipo di dichiarazioni. Ricordo poi a Pochesci che io sono andato via con la squadra settima in classifica, lui ha chiuso nono…”.
L’arrivo di Di Costanzo non ha dato quella svolta che si attendeva e dopo una buona partenza nel 2019 poi il crollo. “E’ vero in parte perché le problematiche non sono mai state del tutto risolte. La verità è che quando inizi il girone di ritorno con tre successi di fila poi vai a Catanzaro e perdi in quel modo e perdi nuovamente tre-quattro calciatori che avrebbero dovuto fare la differenza poi è difficile per tutti”.
Mister però a gennaio si sarebbe potuto fare qualcosa di più in chiave mercato: “Avevo chiesto un esterno d’attacco al posto di Alfageme, un centrale di difesa e una mezz’ala perché il 4-3-3 stava dando frutti ed era giusto proseguire così. E invece a parte Pascali poi chi è arrivato? E a quel punto pensare in grande era impossibile”. L’impatto con la squadra però fu positivo con la vittoria di Rende, ma poi improvvisamente si spense la luce: “ Periodo difficile con cinque punti in sei partite ma era esattamente quando i calciatori si fermavano per problemi muscolari. Non voglio cercare alibi ma se avessi avuto una squadra al completo staremmo parlando di altro. Il rimpianto mio e di altri colleghi è proprio questo”.
Pagani nuovamente il bivio stagionale, dopo Fontana ci ha rimesso anche lei il posto: “Il bivio è stato Catania e a quel punto tutto è divenuto più complicato e difficile sotto ogni punto di vista. La verità è che sono mancate una serie di cose per vincere…”
Cioè quali sono? “Una serie di strutture adeguate per mettere in condizione i giocatori di allenarsi con tranquillità. Mi rendo conto che a Caserta è complicato parlare di strutture però far fare 80 chilometri al giorno a tutti (perché la maggior parte venivano da Napoli) iniziare in autunno in caserma per poi trasferirsi sul sintetico non è stato il massimo. Ovviamente non è stato solo colpa degli impianti o dell’organizzazione ma in un campionato per vincere ogni cosa deve andare per il verso giusto e così non è stato”. Adesso nel futuro di Esposito cosa c’è? “Ho valutato alcune proposte e a settembre eventualmente deciderò se seguire il Supercorso a Coverciano sperando di poter essere ammesso. Ho voglia di ricominciare, imparare, apprendere e proporre. Sono pronto ma aspetto ancora un po’. Faccio le mie valutazioni e poi nel caso se non si concretizzerà nulla in estate aspetterò l’autunno”. In fin dei conti a Caserta in due anni e mezzo ha lasciato un buon ricordo: “Della città e dei tifosi conserverò sempre momenti indimenticabili ed emozionanti. Nel calcio si vince e si perde però certe cose ti restano dentro. Ho provato a fare del mio meglio ma sono giovane e a volte si devono prendere decisioni che possono cambiare il corso della stagione. Non è servito cambiare ancora allenatore perché le cose ormai sarebbero andate così come sono andate. Con una squadra del genere e cioè con tutti quegli infortunati di più non si poteva fare. Li ho lasciati settimi a marzo e sono usciti al primo turno da noni in classifica”.