L’ottava puntata del viaggio di ‘Colore e Calore’ ha degli ospiti speciali, invisibili. I più attenti hanno notato la nuova pezza comparsa, domenica scorsa, in curva Ancilotto. Una pezza speciale con un messaggio chiaro: “Non si vedono ma ci sono” dedicata ai diffidati della Juvecaserta, soprattutto per i cinque di Brindisi. I cinque ragazzi colpiti dal durissimo provvedimento. Al Pala Pentassuglia, quel freddo sabato di novembre, c’ero e quindi non parlo per sentito dire. Parlo perchè ho visto e, non per essere sempre dalla parte della nostra tifoseria (quando hanno sbagliato l’ho sempre detto o scritto), ma questa volta il provvedimento è stato troppo, troppo, pesante. Non voglio ritornare su quella giornata, troppe volte ho scritto quei fatti, ma voglio dare parola a chi viene emarginato. Nessuno, salvi rari casi, regala spazio o articoli a questi ragazzi. Nessuno parla mai dei diffidati, li mette subito nel dimenticatoio, salvo poi ricordarsi di loro a giochi finiti. Oggi, questo spazio, è tutto per loro. Due su cinque hanno risposto alle mie domande, hanno fatto sentire il loro pensiero per la prima volta, hanno raccontato la loro versione dei fatti. Per motivi di privacy e di rispetto verso di loro, non faccio nomi ne metto iniziali. Uso solo i numeri 1 e 2. Conta sentire la loro voce, una voce chiara che va ascoltata e, che piaccia o no, rispettata.
Il primo pensiero quando ti è stato comunicato il daspo?
1: Merda, ho pensato. Ero incredulo, arrabbiato: cazzo ci siamo difesi e passiamo noi per aggressori.
2: Che sarebbe stato meglio, visto le conseguenze, se avessimo reagito a tutta forza. Invece ci siamo solo difesi da una vigliacca aggressione: 3000 contro 20.
Ripensando alla partita di Brindisi il vostro giudizio su quel che è successo
1: Siamo stati offesi non appena entrati e mai come quella volta non abbiamo neanche reagito più di tanto. Poi, a fine partita, dopo la nostra vittoria c’è stato un lancio di oggetti contro di noi e molti che provavano a venirci contro(ricordo che eravamo in 20). Qualcuno s’è spaventato, altri hanno provato a tranquillizzare tutti e si è preparato alla difesa. Ma nessuno e dico nessuno si è mosso dal nostro settore: come si dice in questi casi, siamo rimasti a difesa del territorio. Credo di pagare colpe non nostre ma strutturali (quel palazzo se è a norma per una gara di A, beh Viale Medaglie d’oro è pronto per l’Eurolega) e di organizzazione (la polizia ha sottovalutato il problema e poi ha fatto passare noi per gli aggressori)
2: Pensando ad altre partite e ad altre scene viste, non è successo praticamente nulla. Clima ostile non per colpa nostra. Al nostro ingresso nel palazzo al coro “Noi siamo i Casertani” è arrivata una bordata di fischi, seguito da un “Chi non salta casertano è”. I brindisini che ci etichettavano con aggettivi assurdi tipo manigoldi, monnezzari, camorristi e addirittura terroni (dimenticandosi che Brindisi è a 400 km circa a sud di Caserta). Poi durante la partita normali sfottò tra le tifoserie. Al termine dell’incontro vista la loro sconfitta è partita la vigliacca aggressione.
Cosa si prova a non poter essere al palazzetto per la prima sfida contro Treviso
1: Rabbia rabbia rabbia. Sai al torneo Città di Caserta la prima giornata l’ho passata a pensare quand’era l’ultima volta che c’era la Juvecaserta al palazzo e non c’ero. Beh non me lo sono ricordato. Sai noi siamo quelli che ci credono per davvero che il pubblico serva e sapere di non essere al fianco dei nostri colori fa rabbia. Molta.
2: Dispiacere e, perchè no, invidia per i 3500 che c’erano.
Come avete vissuto la prima giornata, sentito la partita, come
1: Ovviamente, nel nostro caso, non esiste la regola lontano dagli occhi e lontano dal cuore. L’abbiamo sentita alla radio e credetemi: è dura anche perchè ci dobbiamo subire i tuoi commenti “tecnici” (risata). E poi talmente la rabbia che sembra tutto sbagliato. Pensa che tra te e Simeoli sembravate piu’ contenti se segnavano Becirovic e scalabrine che i nostri (altra risata).
2: Male perchè era qualche anno che non mi perdevo una partita casalinga della Juve. Ho comunque fatto il tifo ascoltando la partita alla radio.
Un pensiero per la nuova Juvecaserta e per i tifosi che possono andare al palazzetto
1 La Juve, quest’anno, avrà poca tecnica, ma da quanto letto (purtroppo non visto) e da quanto ci dicono i tecnici è dotata di molta grinta. A Caserta si è sempre chiesto questo. A noi di giocatori forti ma che non ci mettono il cuore non frega nulla. Questi ragazzi prenderanno anche imbarcate da squadre come Siena, Milano e Cantù ma siamo sicuri che daranno tutto fino all’ultima goccia di sudore quindi meritano tutto il sostegno e poi quest’anno c’è un motivo in piu’ per andare al palazzo. La società, in questo momento di crisi, sta facendo ancora più sforzi per tenerci a competere con i migliori. Diamo TUTTI una mano, chi s’impegna va premiato e quest’anno tra società, giocatori, tecnici tutti stanno dimostrando di avere ‘due palle enormi’. Forza Juvecaserta e, chi può, la seguisse ovunque anche per noi che, forzatamente, non possiamo.
2 Spero che la Juvecaserta sia la sorpresa del campionato, che la squadra lotti fino all’ultimo secondo a prescindere dal risultato e che le tribune e gli altri settori del palazzo siano vicini alla squadra, certo del sostegno e del calore dell’Inferno Bianconero e quindi della Curva Ancillotto.
Una chiosa finale tocca a me. Con questo articolo non è mia intenzione raccontare la storia da una sola prospettiva o dare meriti e complimenti. Volevo solo dare la possibilità a due ragazzi di dire il loro pensiero. A nessuno importa sapere cosa pensano i diffidati, tutti li bollano come violenti, ma nessuno gli regala anche un solo rigo. Uno spazio. Sono due miei amici, stanno pagando una colpa più grande di loro, ma sono bravi ragazzi. Per quel che conta, garantisco io. Forza ragazzi, un anno passa. Tifate da casa, so che ce la potete fare.