«Sono due punti importantissimi. Due punti che alla fine del campionato, quando andremo a tirare le somme, peseranno molto di più di qualsiasi altra vittoria». Esordisce cosi Max Oldoini nel commentare la vittoria della propria Juve contro la Benetton Treviso. Una vittoria che lo stesso assistente definisce importante e che innegabilmente potrebbe avere il peso specifico di un macigno in quanto arrivata contro una formazione che per conformazione e talento – almeno sulla carta stando a quello che si è visto in campo – è un gradino al di sopra dei bianconeri.
«Una vittoria inoltre importante perché – ha continuato lo stesso Oldoini – è stata fortemente voluta dal nostro pubblico che ci è sempre stato vicino e che ci ha incitato dal primo all’ultimo minuto e poi dal punto di vista mentale. Mentale perché dopo il Città di Caserta dove abbiamo chiuso con due sconfitte allo scadere, con questa vittoria ci siamo tolti un tarlo pesantissimo dalla testa e che nel futuro poteva anche rappresentare un problema ipotizzando, magari, altri finali punto a punto».
Avanti di dieci punti, poi cosa vi ha portato a dover difendere con le unghie e con i denti il vantaggio e quindi i due punti?
«Abbiamo commesso qualche errore di troppo in difesa e questo ha permesso loro di rientrare in partita. Abbiamo sbagliato qualche rotazione come per esempio è accaduto sul tiro da tre nel finale da Becirovic, ma non dimenticando nemmeno i meriti di una Benetton che nel momento cruciale ha saputo sfruttare questi errori trovando sempre l’uomo giusto al momento giusto».
Possibile che Treviso non si aspettasse una Juve cosi grintosa?
«Non credo. Di sicuro loro erano preparati ad affrontare una Juve che non avrebbe mollato mai nemmeno per un minuto. Forse hanno pagato un po’ anche loro lo scotto di essere una squadra nuova, giovane e con dei giocatori da assemblare nella maniera migliore possibile e con due americani giovani».
Allora quale è stata la chiave della vittoria bianconera?
«Lo abbiamo sempre ripetuto in prestazione e continueremo a farlo ora. I nostri successi li costruiamo di squadra, sulla base di quella voglia di vincere e di metterci in mostra tutti. Siamo un gruppo e sul gruppo vogliamo costruire i nostri successi. Cerchiamo sempre di essere tutti coinvolti, di passarci nel modo giusto la palla in attacco e di tenere alte le nostre percentuali con scelte giuste. Sicuramente questa vittoria è merito di quanto di buono abbiamo saputo fare in mezzo al campo, ma abbiamo ancora tanto da lavorare ed è quello che faremo in queste due settimane che di porteranno verso la sfida di Siena che è inutile dire lotta per un altro obiettivo, ma nelle quali proveremo a migliorare su tre lati: individuale, offensivo e difensivo».
Attacco o difesa. Chi sta facendo più passi in avanti nella tabella di marcia dei miglioramenti?
«Di sicuro in attacco. Quest’anno abbiamo scelto un’impostazione diversa in pre-season puntando principalmente sulla fase offensiva e dandoci un po’ di tempo per la difesa. Quindi dal punto di vista difensivo necessitiamo ancora di un lavoro extra per provare, sperimentare soluzioni, ma soprattutto darci delle regole di funzionamento anche per situazioni nuove e non calcolate in sede di preparazione del match. Insomma lavoreremo per essere preparati a quanto studiato a tavolino e a quanto potrebbe verificarsi, come situazione straordinaria, durante il match stesso».
Di sicuro studiata è stata, invece, l’idea di togliere secondi e possessi da playmaker dalle mani di Collins per poterlo sfruttare come terminale offensivo.
«Si è stata una scelta studiata e voluta. Abbiamo dato un’occhiata alle partite di Treviso fino a questo momento e abbiamo notato che pressavano molto sul portatore di palla. Da parte nostra abbiamo giocatori come Rose, come Maresca e Ciorciari che possono portare palle e svolgere questo tipo di lavoro, quindi un’idea tattica messa in campo non solo contro Treviso, ma che potremo utilizzarla anche in futuro».
Cosa avete detto a Rose prima dell’ultimo possesso che poi ha portato ai liberi della vittoria?
«E’ un segreto».
Domenico Pezzella