Ci sono squadre che nella carriera di un calciatore non si dimenticano. La Casertana Nicola Di Criscio non l’ha mai dimenticata. Tutta la trafila nelle giovanili, l’esordio in B a 21 anni in un Piacenza-Casertana del 10 maggio 1992. Con un po’ di fortuna in più le cose quell’anno sarebbero andate diversamente e lui avrebbe avuto un altro campionato di B in cui giocare. “Quel debutto resta indimenticabile – ammette il centrocampista – in una gara non semplice. Poi la domenica successiva contro il Brescia che fu promosso in serie A. A Cosenza andò male perché un mio colpo di testa fu salvato sulla linea e poi Marulla fece gol in contropiede. A Messina fu un’altra battaglia, uno scontro diretto che stavamo vincendo e poi venimmo raggiunti allo scadere del primo tempo. Un vero peccato e quanti rimpianti”. E’ stato anche a Castellammare e domenica per lui sarà una sorte di derby. “Arrivai alla Juve Stabia nel 2000 ma già a metà anni novanta mi volevano a tutti i costi. Trovai una situazione molto difficile con appena due punti in otto gare. Con mister Cucchi in panchina facemmo un vero e proprio miracolo raggiungendo la salvezza con due turni di anticipo. Fu un anno comunque bello perché riuscimmo in una vera e propria impresa tagliando il traguardo in anticipo”. E sul derby di domenica ammette: “Dopo un girone di andata complicato, la Casertana ha trovato quella giusta continuità che l’ha poi portata in piena zona playoff. La Juve Stabia, dal canto suo, lotta per il quarto posto e ha dimostrato di poter competere con le dirette concorrenti. Mi auguro che sia una gran bella partita e la Casertana vista recentemente può battere le vespe. Un successo spianerebbe la strada verso il raggiungimento di un buon piazzamento playoff”. Si spera possa esserci una degna cornice di pubblico anche perché da parte dei casertani serve dare una risposta concreta alla società: “Se i tifosi non affollano più le tribune c’è sempre un motivo. Caserta è una piazza abituata a vincere ed è molto esigente. I tempi sono però diversi da quando giocavo io e credo che tutti debbano stringersi attorno alla squadra e a chi sta permettendo di essere protagonisti in un modo o nell’altro. Conoscendo il calore dei casertani sono sicuro che torneranno ad essere il dodicesimo uomo in campo. E se verrà tagliato il traguardo playoff mi farebbe piacere tornare al Pinto per rivedere quei colori che in fondo un po’ mi appartengono e che non dimenticherò mai”.