MARCIANISE – Il Marcianise ritorna a calcare il “Mario Piccirillo” quattro anni dopo. Da quella che fu la stagione del grande rammarico, per la promozione in Serie C sfumata per un soffio, la compagine marcianisana non ha più affrontato il Gladiator sul campo ma la storia delle due società è legata a doppio filo dal titolo di Serie D che la famiglia D’Anna nell’estate del 2016 condusse a Santa Maria Capua Vetere, avendo riscontrato diverse problematiche in città. Il triste epilogo per la Marcianise calcistica si è ripetuto appena un anno dopo nella città dell’Anfiteatro, provocando il fallimento di un titolo pulito e prestigioso.
LA SFIDA. Così come lo abbiamo ribattezzato alla vigilia, oggi si giocherà il derby dei club risorti. La resurrezione è il termine più indicato per etichettare il nuovo corso delle due società che sono rinate dalle macerie ed hanno intenzione di risalire la china, in termini di risultati e categorie. Tra i maggiori interpreti del match, in programma alle 16 allo stadio “Mario Piccirillo”, vi sarà di sicuro Domenico Pingue che è deciso nel caricare la squadra: “Servirà un grande Marcianise. Andremo a giocare contro una grande squadra, quindi è necessaria una prestazione tale. Servirà il Marcianise autoritario che si è imposto a Villa Literno. Assenze? Per loro peseranno le assenze di tre giocatori fondamentali come Gelotto, Silvestro e Scippa, ma dal canto nostro manca il capitano Pietro Famiano, un calciatore determinante per la nostra squadra”.
CAMPIONATO AL DI LA’ DELLE ATTESE. Protagonista negli anni passati in Serie C2 con Bra e Torres ed in Serie D con Bastia, Pomigliano, Forza & Coraggio, Lupa Frascati e Battipagliese, il centrocampista classe ’92 si sta dimostrando un fattore nella categoria che disputa da appena un anno. Stagione da record, infatti sono ben 9 i goal messi a segno in campionato più 1 in Coppa Italia per un atleta che non era mai arrivato a questi numeri ed è sorpreso dall’importante cammino svolto dalla squadra: “Devo essere sincero, non mi aspettavo questo percorso. Siamo al terzo posto con 56 punti, in compagnia della Virtus Goti, credo sia una grande stagione perché siamo partiti con un po’ di problemi, generati da una società ripartita da zero, e con l’obiettivo di una salvezza tranquilla. La squadra si è presto amalgamata grazie all’aiuto dell’allenatore Ferdinando Di Benedetto, lo staff ha fatto gli sforzi e stiamo lottando per i play-off. Vedendo il campionato, credo che pian piano potevo fare di più di nove goal. Io non mi accontento quindi aiuterò la squadra a raggiungere i play-off con prestazioni, goal ed assist”.
DISCORSO PLAY-OFF. Per il Marcianise è fondamentale ottenere il massimo dei punti nei prossimi tre match, perché il Villa Literno sta correndo per annullare i play-off (sette sono i punti di distacco tra la vicecapolista e le due terze Marcianise e Virtus Goti). A proposito di ciò, Pingue è categorico: “Per una società che è nuova, fare il salto di qualità subito è una grossa aspettativa. Abbiamo una rosa compatta, con tre, quattro giocatori importanti che fanno la differenza. Oggi tutto il gruppo sa dell’importanza del match. Cercheremo di portare tre punti a casa, ma qualora dovessimo uscire con un risultato negativo, non dipenderà più da noi ma dalla Virtus Goti. Senza dimenticare che la prossima settimana saremo ospitati dall’Albanova in un altro match decisivo”.
IL RITORNO. Qualità ed esperienza per il forte atleta maddalonese che quest’anno è tornato a Marcianise, sette anni dopo la Berretti svolta nell’allora Real Marcianise che navigava in Serie C con Salvatore Bizzarro. Una scelta di vita per Pingue che, dopo aver girovagato per l’Italia, ha deciso affiancare il lavoro alla passione il calcio. Sul suo ritorno, egli ha le idee ben chiare ed esprime il suo concetto senza peli sulla lingua: “Mi ha fatto enormemente piacere tornare ma io sono schietto e dico la verità. Mi dispiace per quello è avvenuto, sul discorso colori ed altro. Ho giocato qui in un’altra epoca ed anche se sono cose che non mi dovrebbero competere, ritengo che quest’anno sono mancati gli ultras, alla squadra è mancato questo aspetto. Spero che in futuro si risolveranno queste cose. Sulla chiamata devo essere sincero, mi ha chiamato il mio amico Pietro Famiano. Mi sono fidato di lui e se mette la sua parola, già sapevo che non c’erano problemi. E’ stata una scelta di vita, gioco e lavoro, ma voglio togliermi tante soddisfazioni con il calcio che amo”.