CASAL DI PRINCIPE – L’Albanova viene raggiunta nella ripresa dal Gladiator e spreca il primo match point promozione. Con otto punti di vantaggio sul Villa Literno secondo, l’appuntamento decisivo è fissato dopo le vacanze pasquali, con l’impegno casalingo tra il 7 e l’8 aprile contro la cenerentola Hermes Casagiove. La festa è solo rimandata, ma al triplice fischio l’allenatore Antonio De Stefano non nasconde la propria delusione per un discorso che rimane aperto, seppur in maniera marginale, ancora per qualche settimana.
L’AMAREZZA. L’ex trainer della Sibilla Bacoli non digerisce l’atteggiamento di diversi calciatori, infatti ai nostri microfoni mormora: “C’è amarezza per tutta la gente che ci ha seguito nonostante il turno infrasettimanale e per la società che aspettava la festa che è solo rimandata. Diversi giocatori erano convinti di aver già vinto il campionato, ma la partita di oggi (ieri ndr) dimostra che nessuno regala nulla all’Albanova. Il Gladiator ha compiuto una partita di grande sacrificio ed ha meritato il pareggio”.
L’ASPETTO MENTALE. L’aspetto mentale è sul banco degli imputati: “Arrivare davanti alla porta per sei, sette volte e non chiudere la pratica non mi va giù. Fattore mentale sbagliato, devo dare a questo il motivo, altrimenti non so cosa pensare. Non deve essere una scusante, ma il campo ai limiti della praticabilità non ha garantito di esprimerci al meglio. In campo chi ha più fame trionfa e noi non abbiamo avuto quella fame che ci ha contraddistinto durante il campionato”.
IL MEA CULPA. Antonio De Stefano non vuol sentire parlare di festa fino a domani: “Io volevo vincere oggi (ieri ndr). Una squadra come la nostra deve chiudere anzitempo il campionato a conclusione di un cammino stratosferico e per renderlo meno equilibrato. Serpeggia in me grande delusione, grande rabbia, dovevamo chiudere il discorso. Festa? Da domani penso alla festa. Fino a stasera devo sbollire la rabbia per questa partita, poi c’è tempo per organizzarsi per la gara promozione. Oggi dobbiamo fare il nostro mea culpa”.