Pasquale Corvino svela alcuni aspetti della trattativa con il presidente dell’Aversa Spezzaferri per l’acquisizione delle quote del club. “Ci siamo incontrati con l’ingegnere Spezzaferri per analizzare in maniera chiara e precisa il nostro rapporto sia presente che futuro. Ho trovato da parte sua la piena disponibilità a cedere le quote della società vista anche la situazione attuale in cui versa il club sotto vari aspetti. Oggi l’Aversa Normanna ha una situazione debitoria, anche se bisogna approfondire a livello cartaceo in termini di bilanci, accordi o altro che delegherò qualcuno ad approfondire, uguale a molte società professionistiche o semiprofessionistiche. Specialmente poi se queste società come l’Aversa sono state sostenute, mantenute e portate a certi livelli da una singola persona e una singola famiglia che per oltre 14 anni hanno dato il massimo per portare i buoni risultati a questa squadra. La mia disponibilità con Spezzaferri con cui ripeto non ho mai avuto alcun tipo di problema, a poter costruire un qualcosa in futuro, passa da cose organizzative di gestione e di programmazione che ho intenzione di fare e che l’ingegnere Spezzaferri mi ha dato piena disponibilità nell’accompagnarmi in questo percorso. C’è bisogno di lavorare molto per salvare il calcio ad Aversa e forse fare una programmazione un po’ più lunga di quello che avevo previsto. Io credo che questa società o inizia un progetto di rinascita rivedendo ruoli, obiettivi, investimenti e rapporti sociali perduti con recupero di tifosi, società civile, amministrazione e altro, oppure continuerà ad essere la semplice passerella di qualcuno in cerca di visibilità e col tempo si spegnerà come una candela. Insomma io sono qui: se nell’analizzare la situazione ci dovessero essere le condizioni per programmare qualcosa di importante, dò la mia disponibilità poiché lavoriamo tutti per lo stesso scopo e che non ci sia chi ci mette i soldi e chi fa gestione non programmatica o passerelle e poi non capisco quanto valgano davanti a cento tifosi. Ci siamo lasciati dopo un accordo che per sommi capi ci vede d’accordo su molte cose. Adesso però bisogna vedere carte e documenti iniziando a studiare la possibilità di ripianare sotto tutti gli aspetti, non solo economici, il terreno perduto. Ci incontreremo al più presto per definire gli ultimi dettagli. Ho spiegato inoltre che io sono venuto per costruire non da solo ma insieme a tutti quelli che vogliono esserci o eventualmente solo con Spezzaferri, qualcosa di positivo e futuristico. Se non c’è un futuro io mi scoccio e me ne vado. Da questo incontro mi sembra che ci sia tutta la disponibilità. Appena ci rivedremo, se questa disponibilità la trasformeremo in accordi scritti o analisi cartacee, spero che si possa concludere nel migliore dei modi. Naturalmente quando entrerò nella società voglio avere un ruolo importante di gestione con un pacchetto di quote che mi dia la possibilità di fare quei cambiamenti giusti che una società per crescere vuole fare. Insomma meno apparenza, ma lavoro, impegno, investimento per poter risanare e rilanciare questa società. Non dico che la cosa possa essere conclusa ma dopo l’incontro di qualche giorno fa con l’ingegnere Spezzaferri, di cui ogni volta che ci incontriamo troviamo sempre un’intesa, nel momento in cui si passa all’aspetto cartaceo possa essere una cosa che si possa concludere. Se ciò non fosse sia io che Spezzaferri abbiamo tentato di fare quello che più si poteva fare vista la situazione di abbandono, solitudine e distacco che questa società ha nei riguardi del territorio. O rinascita o morte. Lavoriamo per la rinascita e speriamo che non sia morte”.