Pochi mesi a Caserta prima di trasferirsi in B alla Reggina. Agostino Iacobelli, centrocampista con un passato alle spalle importante, è il doppio ex della sfida che andrà in scena oggi al Pinto tra rossoblù e amaranto. “Restai poco a Casertana – racconta – ma conoscevo la piazza e mi sarebbe piaciuto dare il mio contributo. Purtroppo trovai una situazione societaria difficile con poche risorse e una squadra in difficoltà. Mi volle a tutti i costi Claudio Tobia con cui avevo giocato ai tempi di Catanzaro sul finire degli anni ottanta. Poi nel mercato invernale trovammo una soluzione e andai a Reggio Calabria in B. Anche da quelle parti dovevamo lottare per la salvezza e la ottenemmo alla penultima giornata. L’anno successivo il presidente iniziò a gettare le basi per il salto in A e sono stato felice di poter indossare entrambe le maglie. In realtà dovevo già arrivare a Caserta nell’estate del 1990. Incontrai anche il presidente Enzo Cuccaro, poi optai per restare in A a Cremona, ma mi sarebbe piaciuto poter giocare al fianco di tutti quei calciatori che poi andarono in B. Peccato”.
Sabato la Casertana è chiamata ad una vittoria scacciacrisi, la Reggina invece può anche accontentarsi di un pareggio vista la classifica. “Calcoli non ne faranno perché fin qui Maurizi sta facendo un egregio lavoro e lo testimoniano i risultati. Hanno allestito una rosa giovane ma con giocatori interessanti. Sono in piena zona playoff e credo che siano in linea con i programmi. A Caserta invece le cose non stanno girando, probabilmente c’è un po’ di depressione nell’ambiente perché sono sempre abituati a lottare per le zone alte della classifica. Forse c’è stato anche un pizzico di presunzione all’inizio perché pensavano di dover disputare un torneo completamente diverso da quello che stanno facendo. Poi i risultati non sono arrivati ed ecco spiegato il penultimo posto. Però la squadra ha qualità per riprendersi, a patto che riesca a tornare alla vittoria fin da subito”.
Iacobelli è attualmente l’allenatore della Sangiovannese, club toscano di serie D e dice la sua sul calcio di serie C. “Ho allenato molto nei settori giovanili e dico che sono le basi per costruire qualcosa di importante. Sia Reggina che Casertana una volta avevano nelle giovanili un serbatoio naturale per la prima squadra. Oggi invece non è più così e sei costretto ad andare altrove per prendere il giovane pronto per la prima squadra. Il problema è che chi ha i calciatori bravi se li tiene. Mi rendo anche conto che ci sono molteplici problemi per ogni club, a cominciare dalle strutture che scarseggiano. La verità è che c’è un falso moralismo da parte dei club che prima dicono di essere concentrati solo sulla crescita del ragazzo poi alla prima sconfitta prendono decisioni drastiche. Bisognerebbe essere più coerenti ma mi rendo conto che è dura”.