Con una sola semplice ma importante parola: ottimista. Si dimostra cosi Alex Righetti dopo poco più di una settimana di allenamenti a pieno regime e a ranghi al completo, sempre se si esclude la non presenza di Aaron Doornekamp per buone ragioni (è ancora impegnato nei Giochi Panaramericani in Argentina, una competizione che regala anche i biglietti per le Olimpiadi di Londra del prossimo anno ndr). Ottimista sul lavoro che la Juve sta svolgendo, ottimista sul grado di amalgama che i bianconeri giorno dopo giorno stanno tentando di raggiungere dentro e fuori dal campo (presenti già i primi gruppetti con quello della front line formato da Smith, Fletcher e Stipanovic avvistato più volte in giro anche per centri commerciali a dimostrazione che l´affiatamento sta andando per il verso giusto ndr), ma soprattutto ottimista su quella che sarà la versione della Juve nella prossima stagione.
«E’ logico che siano alla fase iniziale – ha esordito l’ex esterno di Avellino e Roma – e quindi i carichi di lavoro sono ancora abbastanza pesanti e quindi qualche sintomo di stanchezza c’è, ma credo che sia normale di questi tempi. Ma ad essere sincero, però, devo dire che sono contento di come stiamo lavorando, abbiamo la fortuna di lavorare bene assieme, di essere quasi al completo, dove il quasi è dovuto solo ed esclusivamente all’assenza di Doornekamp ancora impegnato con il Canada, ma soprattutto contento perché avendo iniziato da poco più di una settimana forse siamo anche un pizzico avanti ad altre squadre che o ancora devono iniziare a pieno regime o hanno qualche assenza per le nazionali. Essere al completo e con l’assente che è anche l’unico a conoscere l’ambiente ed il sistema di gioco e quindi l’allenatore, per noi è un punto a favore perché cosi avremo più tempo per conoscerci e per conoscere il sistema voluto dal coach».
Hai parlato di sistema e di basket voluto da coach Pino Sacripanti. Premesso che siete solo all’inizio di questo percorso, ma secondo te quale sarà la caratteristica principale della prossima Juve?
«Di questi periodi è sempre difficile fare delle previsioni con assoluta precisione. Ci si conosce poco e si lavora principalmente su quella che è la tenuta e l’aspetto atletico. Quindi quelle che si possono dare sono solo delle indicazioni e quelle che posso dare al momento sono legate alla media età abbastanza giovane, alla voglia di fare e quindi penso che l’aggressività e la determinazione saranno le attitudini che dovremo mettere in campo per potercela giocare con tutti».
A breve anche il primo test in uno scrimmage. Secondo te quale elemento si andrà a valutare principalmente?
«I due più importanti: valutare i progressi fatti dal punto di vista atletico e quelli dal punto di vista del gioco. Anche se da quest’ultimo punto di vista abbiamo da poco iniziato ad ampliare il discorso dei giochi e degli schemi. Quindi ci servirà a toccare con mano i passi compiuti su questi due fronti e che solo un´amichevole o comunque una partita contro degli avversari diversi dai tuoi compagni di squadra ti può dare».
Guardando alla squadra chi ti ha impressionato di più?
«Decisamente Rose. Non lo conoscevo affatto come giocatore, era la prima volta che lo vedevo in campo e dopo qualche giorno di ambientamento, ha dimostrato in pieno le sue doti. E’ un grande atleta, è forte fisicamente e con veramente tanto talento. Credo sia stato una bella presa per questa squadra».
In squadra, poi, c’è un giocatore di cui forse si parla poco ma che potrebbe risultare decisivo negli equilibri della compagine: Stipanovic. Come lo hai visto?
«Un giovane con talento, voglia di fare e forza. E’ alla sua prima esperienza lontano da casa e di un certo livello e quindi va inserito nel modo giusto, ma anche lui ha grande potenziale». Insomma l’ottimismo di Rigo sta cominciando da lontano: l’ottimismo necessario per costruire una Juve in grado di centrare la salvezza.