Chi conosce il mondo del calcio sa bene che per entrarci oltre al talento serve quella cosa che può rendere gli uomini o tristi o felici: la fortuna! Tantissimi promessi calciatori non hanno avuta una degna carriera proprio perchè non hanno avuto la giusta dose di sorte, è inutile negare che in questo mondo non mancano i raccomandati, in uno sport dove gira denaro bisogna accettare la realtà : probabilmente avere talento non basta! Questa è la storia di Pellino Paolo Antonio, un 22enne originario di Succivo che appena ha messo piede sulla terra ha da sempre accompagnato le sue giornate con il pallone fra i piedi e fu proprio a 4 anni che mentre il padre Salvatore giocava a calcetto che il piccolo Paolo durante l’intervallo s’intrufolava in campo e sbalordiva tutti con il suo tocco di palla e la sua straordinaria coordinazione, tiri forti e precisi e con quel piedino minuscolo che faceva più di 20 palleggi. A 6 anni, nella scuola calcio del Succivo, la differenza la faceva lui! Non si poteva rimanere con le mani in mano di fronte ad un talento così evidente e fu proprio così che ci fu il provino con la Lazio che andò alla grande, tant’è che il ragazzo fu invitato a stabilirsi a Roma. Una carriera fulminea e di grandi prospettive ma qualcosa andò storto, la telefonata di conferma, nonostante che il provino andò alla grande, non arrivò mai : qualche ostacolo impedì la riuscita. Capitò lo stesso a Roccasecca dove passarono da “con l’alloggio da noi ti aggregherai al gruppo” ad “il ragazzo non è pronto” : ennesima delusione per il giovane Pellino. Dal Lazio alla Campania, infatti i genitori del ragazzo organizzarono un provino con il Napoli , quando durante la partita fra gli spalti tutti i genitori dei calciatori guardavano stupiti quel nuovo ragazzino così talentuoso. La partita però finì con un colpo di scena : Paolo uscì piangendo! Ma cosa stava succedendo? Il papà lo soccorse subito e il ragazzo gli disse singhiozzando “Papà…mi hanno detto che non devo venire più perché non ho superato la prova”. Fu disumano comunicare l’immediata decisione al ragazzino stesso pieno di gioia e voglia di stupire il mondo ma come mai avvenne la bocciatura immediata? la risposta al padre Salvatore “sig. Pellino é talmente evidente che il ragazzo è bravo che saremmo degli ipocriti se vi dicessimo di si; purtroppo noi ci atteniamo a direttive che ci vengono impartite dall’alto. Provate a contattare il responsabile del settore giovanile e chiedete ulteriori spiegazioni in merito”. Con la delusione fra le spalle Paolo non ha mollato anche se l’ennesima tristezza di un provino con il Latina finì come sempre : una chiamata promessa che non arriva! Nonostante tutto, Pellino Paolo Antonio non ha mai smesso di giocare a calcio nonostante i sacrifici : Liceo Scientifico, borsone da calcio sempre alle spalle con pranzo tascabile e appena si aprivano le porte dei cancelli della scuola, treni a volontà per raggiungere il Lazio ogni giorno con una media di 200km al giorno per quasi tutta la settimana. Con i tanti impegni, Paolo si ritrovava a studiare durante le ore piccole tant’è che i genitori lo trovavano spesso a dormire sui libri con quegli occhi dolci e quel viso stanco ma che allo stesso tempo partoriva la gioia e la speranza di chi vuole vivere per ciò che ama . Sono ben 5 gli anni di esperienza di Pellino in Eccellenza (Formia,Gaeta,Morolo Calcio) e le qualità di questo calciatore sono tante : ottima visione di gioco, intelligenza tattica e buon tasso tecnico; generoso, dinamico e reattivo, questo gli consente di recuperare palloni in quantità industriale, grintoso ma con doveroso rispetto per l’avversario. Queste sono le caratteristiche che gli hanno attribuito i vari mister e Direttori delle varie squadre in cui ha militato. Da questa storia capiamo come un calciatore non va valutato solamente dai suoi piedi ma a 360° , non si può non contare lo spirito di sacrificio e la forza di volontà : qualsiasi ragazzo al suo posto avrebbe gettato la spugna . Ai nostri microfoni il diretto interessato : ” Il calcio è la mia vita , il mio compagno di viaggio… devo guardare in faccia la realtà, spero un giorno di poter giocare in categorie superiori, non ho rimpianti ” continua ” il girone del Lazio è un campionato molto attrezzato, quello della mia terra non posso valutarlo perchè non ho mai provato anche se sono costretto ad abitare fuori casa”, l’alone di delusione purtroppo non manca ” Giuro a me stesso che ogni anno sarà l’ultimo ma non riesco a vivere senza , mi ispiro a Florenzi e Naingolann perchè non mollano mai!” la dedica ” Un pensiero speciale va alla mia famiglia che mi ha accompagnato lungo tutta questa vita calcistica, la mia ragazza che insieme a me fa tanti sacrifici e a mio nonno che tempo fa ci ha lasciati , lo porto sempre con me”. Al di là delle categorie sportive i sogni vanno coltivati perché ci fanno vivere meglio, essere se stessi rappresenta il senso e il gusto di vivere la vita. Una storia che va raccontata, un ragazzo d’oro che nonostante la brutale realtà riesce sempre a rialzarsi , semplicemente Pellino Paolo Antonio ! Facciamo tutti il tifo per te!