Il calcio è bello perchè ognuno lo vede in un certo modo. In Italia tutti allenatori, pochi intenditori, ma alla fine contano sempre i risultati del campo. Vista la gara di ieri di due giocatori sorgono spontanei molti interrogativi. I due calciatori sono Leonardo Taurino e Luca Orlando. Entrambi attaccanti, entrambi legati dallo stesso comune denominatore: una inspiegabile esclusione con la vecchia gestione tecnica. Orlando era finito addirittura sulla lista di sbarco, l’abbiamo già scritto, obietterà qualcuno, ma se è vero come è vero che repetita iuvant, allora ci torniamo sull’argomento. Domenica contro l’Alessandria si è dannato l’anima, ha giocato in un ruolo non suo eppure è stato utilissimo. Tanto cuore, sette polmoni, botte e calci dai difensori avversari e una umiltà incredibile per un attaccante. Senza dimenticare tre assist (due a Corado e uno a Rajcic) Nella ripresa si è ritrovato per due-tre azioni a battere le rimesse laterali cercando di velocizzare il più possibile il gioco. Generosità e massima disponibilità verso i compagni. E dire che era stato detto al club di poterlo cedere perchè non rientrava negli schemi…Vabbè. Leonardo Taurino è stato il match winner della gara. 1-1 sì, ma un gol pesantissimo, almeno per il morale. Il secondo stagionale, il secondo al Pinto, il secondo decisivo. Non bastò il gran tiro che salvò la panchina all’ex allenatore. I due non sono mai entrati in sintonia e allora il ragazzo è finito nel dimenticatoio, lasciato troppo spesso (e volentieri) sull’ultimo sediolino della panchina. Poi è arrivato mister Esposito che ha apprezzato la sua caparbietà e doti tecniche gettandolo nella mischia. Lui ha ripagato al fiducia facendosi trovare al posto giusto nel momento giusto. E non è mancata neppure la frecciata del presidente D’Agostino (“Finalmente l’abbiamo visto giocare poichè quest’anno non ha trovato spazio…”). Insomma il passato è un capitolo chiuso e più ci si volta indietro più ci si rende conto che forse quella decisione un mese prima…