“Una maglia azzurra per Sirine”, questo il titolo con tanto di hashtag per la conferenza stampa tenutasi ieri pomeriggio a Montecitorio nella sala stampa della Camera dei Deputati per far conoscere anche ai media nazionali la storia della pugile tunisina neo diciottenne, samprischese praticamente da sempre e tesserata per la Tifata Boxe San Prisco (leggi qui). Nell’occasione è stata rilanciata la petizione on line su Change.org (link qui per firmarla) rivolta al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per ottenere in tempi brevi la cittadinanza italiana, visto che solo dal 7 maggio, data del compimento dei 18 anni, è potuto partire l’iter. La Charaabi, però, dovrà prima tornare in Tunisia per i documenti che servono per poi avviare le procedure in Italia. Di lei si stanno occupando il CONI, la FPI, le associazioni degli stranieri e degli italiani di seconda generazione, ma anche la politica nazionale. La due volte ‘tricolore’ dei 54 kg ha spiegato la sua situazione a Montecitorio alla presenza dei deputati del PD, Camilla Sgambato e Khalid Chaouki, italiano di seconda generazione e molto attivo sul fronte dei diritti degli stranieri in Italia. Presente anche il segretario della Federazione Pugilistica Italiana, Alberto Tappa e il responsabile Italia di Change.org, Luca Francescangeli. Sirine la maglia azzurra la indossa già, nei vari traing camp e raduni o nei tornei non ufficiali, ma non avendo la nazionalità italiana non può prendere parte a manifestazioni internazionali ufficiali. A novembre ci sono i Mondiali di pugilato femminile Junior e Youth e il suo sogno sarebbe partecipare per l’Italia. I tempi sono stretti, di solito ci vogliono 2 anni per ottenere i documenti di cittadinanza.
“Mi sento italiana, ho studiato qui, sono integrata e già faccio parte della Nazionale di pugilato, ma non posso partecipare a tornei ufficiali, in quanto non ho la cittadinanza. Chiedo al Presidente Mattarella di abbreviare la procedura e concedermi per meriti sportivi la nazionalità italiana”, ha ribadito la Charaabi. La deputata sammaritana Sgambato ha dichiarato: “Ho insegnato nella scuola di Sirine, conosco la sua storia e sono qui anche per tutta la comunità scolastica che la sostiene. Abbiamo una legge sulla cittadinanza ferma in Senato da troppo tempo, ma ben venga la sinergia tra politica e sport per avviare un processo che serve a Sirine, in quanto campionessa, ma anche a tutti gli altri atleti nella sua situazione. So che il CONI con Malagò si sta interessando del caso e ho scritto di persona a Minniti, ministro dell’Interno, per esporgli la questione. Sirine è una nostra figlia ed ha il diritto di poter realizzare il suo sogno, per portare anche benefici allo sport italiano”. Tappa, segretario FPI, invece, ha affermato: “La nostra Federazione è stata tra le prime a far gareggiare gli stranieri che vivono in Italia ed ora abbiamo 878 tesserati. Lo sport supera le differenze e lo vediamo ogni giorno. Il caso di Sirine è emblematico, segnalatoci dai coach Renzini e Tosti ed insieme al CONI ci stiamo battendo perché lei è una promessa e sarebbe un peccato se non riuscisse a realizzare il suo sogno, per lei ma anche per l’Italia in ottica Tokyo 2020”.