Pasquale Corvino, attuale presidente della Real Albanova, sta per concludere con Raffaele D’Anna l’acquisto del Gladiator. Nelle ultime ore però i tifosi sammaritani hanno manifestato il proprio disappunto. Ecco una lettera in cui il patron parla a loro e all’intera città di Santa Maria.
“Relativamente alle situazioni che hanno creato i tifosi del Gladiator vorrei spiegare alcune cose. Ho preso la Real Albanova ultima in classifica con quattro punti e per salvare il titolo l’ho rafforzata a tal punto che ha fatto 36 punti nel girone di ritorno. Se fossi arrivato ad inizio campionato e non avessi perso i primi tre mesi dietro il signor Tilia e alla Casertana sicuramente oggi potrei dire che sarei già in serie D. Il mio intento era ed è quello di portare il calcio nazionale e che conta nella mia zona a cui sono molto legato che è quella della mia famiglia. Non c’è alcun fine né politico, né economico né di visibilità di cui non ho certo bisogno. Semplicemente una cultura dell’appartenenza e affettiva per un appassionato di calcio come me. Era mia intenzione potenziare questa squadra a tal punto di poter raggiungere la serie D già l’anno prossimo e programmare, come dissi quando arrivai, la Lega Pro nei prossimi quatto anni. Non mi sono mai permesso in un anno intero né di calpestare le persone che erano nel club quando arrivai, né creare problemi ad altre società di altre realtà calcistiche di questa provincia. Finchè queste società hanno avuto la forza per continuare il loro percorso o quando c’erano in discussione contatti con imprenditori disposti a rilevarli, non mi sono mai permesso né di telefonare a nessuno, né inserirmi in alcuna trattativa, né creare problemi alle società che sono in serie D, né ai presidenti, ai tifosi e tantomeno la possibilità di creare problemi a chi avesse fatto offerte per l’acquisto. Nel momento in cui c’era una trattativa per l’acquisto del Gladiator da parte di una cordata sammaritana, non mi sono mai permesso di intervenire e sono rimasto sempre al mio posto con i miei progetti e seguendo il mio percorso. Nel momento tale trattativa è saltata e non c’è stato alcun imprenditore che ha portato capitali per poter rilevare la società, anzi qualcuno si è anche tirato indietro, davanti alla possibilità che la società non venisse iscritta ho ritenuto opportuno salvare almeno il titolo per poter accelerare quelli che sono i miei obiettivi e i miei progetti. Mi dispiace molto ma non è colpa mia se io sono legato ad un’altra zona e appartengo ad un altro territorio che vorrei fosse rappresentato. Per cui non mi si può dare una colpa se una persona compra un qualcosa e lo porta a casa sua. Forse la colpa è di chi ha promesso di acquistarla e poi non l’ha fatto. Con Raffaele D’Anna ci siamo incontrati e davanti alla sua delusione e volontà di essere stato preso in giro e di voler abbandonare o non iscrivere la squadra, ho accettato di rilevare la società e impegnarmi economicamente per la risoluzione di alcuni problemi, cosa che mi sembra nessun imprenditore della zona aveva fatto. Il mio comportamento è stato sempre di correttezza e di lealtà per cui non ho niente da farmi perdonare in tutto questo perché quello che ho detto l’anno e che dico quest’anno lo dirò anche per il futuro circa i miei progetti. Relativamente a tutte le parole, le offese o altro contro la mia persona, non credo di poterle meritare perché non credo di aver rubato o di voler rubare niente a nessuno. Se ci sono persone che hanno il coraggio di investire nella propria zona e nel calcio si facciano avanti perché nella mia carriera calcistica ho avuto soci che facevano solo passerella e quando c’era da cacciare soldi non rispondevano neppure a telefono. Il calcio non è affare, ma passione, è attaccamento al proprio territorio, è attaccamento alla propria storia. Non è colpa mia se io ho una storia e ho un territorio diverso da Santa Maria Capua Vetere. Come non è colpa mia se nessun imprenditore sammaritano ha voluto rilevare il Gladiator. Il resto sono solo chiacchiere, telefonate, offese, lettere aperte o riunioni presso l’Amministrazione che non c’entra niente con il calcio perché il suo compito è quello di risolvere i problemi dei cittadini. Per cui io ho un accordo con D’Anna, ci siamo stretti la mano e ci siamo dati appuntamento a venerdì, ma questo credo per come sono, che una stretta di mano è come una carta scritta. Se ciò non dovesse succedere e questa stretta di mano non dovesse avere valore, ne prenderei atto e con la stessa umiltà con la quale mi sono presentato mi farò da parte”.