Sandrokan ed il ‘quartetto corsaro’. Il ‘plotone’ (con)vince, ed è riscossa bianconera



Coach Dell'Agnello (Foto Di Monda)
Coach Dell’Agnello (Foto Di Monda)

Riportiamo con piacere l’opinione degli amici di ‘Libero Pensiero Bianconero’ dopo la vittoria della Juvecaserta a Cremona. “Orgoglio di essere meridionali…”, recitava quel nostro vecchio adagio, su un glorioso striscione di tanti anni fa. Troppi anni fa, a dire il vero.

Domenica sera, al Pala Radi, è andata in onda una splendida gara di basket. Evi­dentemente, il copione prevedeva che entrambe le squadre fossero protagoniste. Così da non scontentare nessuna delle due: i padroni di casa dominano i primi due quarti, Caserta gli ultimi due. Sì, lo so: sono quelli che contano ai fini dei due punti, ma tant’è. E le statistiche di Lega A non mentono, i numeri dicono che: Cremona tira un po’ meno ma con più precisione degli sfidanti (35/61 57% contro il 33/66 di Caserta). A rimbalzo sono i lombardi a dominare e, la valutazione finale di Lega, dice che è quasi parità. Ma chiariamo subito una cosa: stavolta numeri e statistiche non ci hanno raccontato tutto. Questo lo vedremo assieme; prima, però, facciamo il punto cristallizzando quanto accaduto tra la fine del II° quarto e la fine del III° periodo, e durante la pausa lunga…



Dopo essere rimasta per due quarti, di fatto, con la testa fuori dal rettangolo di gioco, Caserta recupera in extremis 5 punti dal massimo svantaggio (-17), ed esce dal parquet con un passivo di -12 da recuperare. I padroni di casa, invece, al suono della sirena, nell’imboccare il tunnel per gli spogliatoi, sembrano sereni: sentono già odore di vittoria. Ed è quello il momento in cui, la partita dei “locali”, è virtualmente terminata. Per i campani è un brutto momento: Sosa continua ad essere posseduto dallo spettro della sua nemesi agonistica. La paura di incappare in un’altra scoppola -dopo quella varesina- incalza. L’aria è pesante, fredda, e ghermisce il gruppo dei giocatori. La pressione è tale che si può tagliare anche con un grissino. Solo Putney sembra esserne immune, e difatti è lui che prova a tenere in asse la barca.

Poi accade qualcosa di strano: qualcuno -non si sa bene chi- chiaramente invoca lo stesso spirito che “possedette” la squadra in quel di Avellino, in quella magica gara della passata stagione: anche lì, il passivo a metà partita, era -18, più o meno. L’evocazione, incredibilmente, riesce ed i ragazzi ne vengono fuori rinfrancati. Al Coach livornese, però, questo non può bastare: lui vuole essere sicuro di mettere bene le cose in chiaro. Per questa ragione, decide di scegliere con cura le parole con cui apostrofare la “truppa” prima del rientro in campo. In quella, nessuno di noi era presente, ma pare che una leggenda metropolitana racconti di un discorsetto che recitasse più o meno così:

«Avanti! Non temete nessuna sconfitta! Desti! Desti guerrieri bianconeri! Difese saranno scosseplance saranno frantumateun giorno di gloria! Un giorno rosso, prima che sorga il sole! Andate ora! Correte ora! Combattete per la vittoria, e per la fine del mondo! Forza! Forza! Forza! Avanti, Juvecaserta…» Insomma, la parafrasi del discorso di Re Theoden ai sui Cavalieri di Rohan, prima dell’ultima battaglia nel Pelennor.

Poi, dopo pochi istanti dall’inizio della 3^ frazione, accade l’impronosticabile, e senza Sosa in campo: e sì che i due speaker lo avevano detto che il match era tutt’altro che chiuso. Dell’Agnello decide di schierare in campo il suo “platoon system”: i 4 “pretoriani” che metteranno in scena quella difesa asfissiante, e che farà collassare gli attacchi lombardi. Il risultato è devastante, 6 vs 13: è il saldo attivo (per noi) tra palle perse/recuperate: Cremona ne perde complessivamente 21, 7 più di noi. Ecco la firma di una difesa che, è giusto dirlo, nel 3° quarto riesce anche a capitalizzare una differenza punti di +18 (col parziale di 17 a 1) con 6 assist e 9 su 9 dalla “carità”. Il merito va dato sia a quei 4 lì -Giuri, Czyz, Cinciarini e Gaddefors- ma anche al Coach, per essere stato bravo ad imporre ai suoi di restare sempre sul rispettivo avversario. Ma non è tutto: nella 3^ frazione noi tiriamo col 64% da due e col 75% da tre; il 67% dal campo, sia coi dei bei piazzati, che in transizione, finalmente. Loro non vanno oltre il 20%: una sentenza definitiva.

Nell’ultimo periodo, le 4 palle perse di Cremona e le nostre 4 recuperate, ci assicurano la scritta “The end”: i due punti vanno alla Pasta Reggia Caserta. Il match lo vince il piano partita elaborato da Sandrokan, Putney ed i quattro pretoriani del plotone difensivo che, oltre a mordere le caviglie avversarie, ritornano in “patria” con ben 42 punti messi a referto dalla panchina (lì sugli scudi) e spalmati su tre atleti: fanno ben 14 di media a cranio, per niente male, ma che han fatto molto male, alla Vanoli. Nel complesso, ben 6 giocatori in doppia cifra, tra cui anche Sosa, ma ormai era già garbage time. Su tutto, resterà indelebile un numero: 3.15. La media punti realizzata a minuto, nei 20 che seguiranno l’inizio di un’epica rimonta; 31,5 la media nei 2 ultimi quarti.

Però non è ancora finita, perché c’è un grosso ma, una piccola “ombra” che scema la gioia per questo splendido trionfo agonistico: ed è proprio il Coach livornese. Dell’Agnello, nonostante l’esaltante vittoria, figlia di una rimonta difficilmente ripetibile (ma a noi è capitato più volte in passato) ci è sembrato restio nell’esultare. O, per lo meno, non come è abituato a fare. Osservandone il volto ed il linguaggio del corpo, ho avuto addirittura la sensazione che fosse stranito, che ci fosse del disappunto, quasi che l’avessimo persa la partita. Può darsi che abbia male interpretato il suo atteggiamento, forse era solo un po’ insolitamente schivo o esausto. Oppure -spero di no- è probabile che possa dipendere da quella atavica incertezza sul nostro futuro: non ci si può affidare sempre alla “Fortune”. IO/NOI, però, saremo qui pronti, “desti” a sostenere la “Maglia”. Sempre!

Carmine Corvino

Libero Pensiero Bianconero


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