SANTA MARIA CAPUA VETERE – La storia tra il Gladiator e Giovanni Morico non finirà anzitempo. Dopo che nella giornata di lunedì aveva manifestato, in un commento su facebook, la propria volontà di dimettersi dalla carica di presidente del team neroazzurro (COME DA NOI RIPORTATO, CLICCA QUI PER LEGGERE), l’imprenditore di Grazzanise è tornato immediatamente sui suoi passi ed ha deciso di proseguire la sua attività in prima persona. Intercettato nella serata di ieri dal nostro portale, il proprietario dello storico marchio “Morico La Casa del Pane”, esistente dal 1967, ha voluto rilasciare la sua opinione in merito ai fatti avvenuti negli ultimi giorni. Tanti gli argomenti trattati, cosicché abbiamo deciso di dividere l’intervista in tre pezzi per consentire ai lettori di leggere per bene i contenuti.
LE DIMISSIONI. “Il commento su facebook” – esordisce l’imprenditore – “è stato un mio piccolo sfogo. Quando qualcuno cerca di fare opere positive per la comunità, c’è sempre qualcuno che mette i bastoni tra le ruote. Le mie parole erano frutto della delusione, ma non è mai seriamente barcamenata nella mia testa l’idea di abbandonare tale progetto, tantomeno qualcuno mi ha persuaso a mantenere il timone del club. Lunedì avevamo riunione alle 18 ed io scrissi il commento all’interno di una conversazione pubblica con un tifoso intorno alle 15.30. Subito dopo sono andato a riposare dopo una stancante mattinata lavorativa e, quando mi sono risvegliato verso le 17.45, ho trovato la mia bacheca inondata di messaggi di sostegno da parte di amici ma soprattutto di tifosi neroazzurri. Mi ha fatto molto piacere che i sostenitori sammaritani abbiano voluto difendermi dagli attacchi di una testata giornalistica”.
LE ACCUSE. Il massimo dirigente neroazzurro entra nel dettaglio e spiega il motivo per cui, per qualche attimo, ha avuto qualche dubbio sulla permanenza sulla poltrona principale. Accuse di legami e coinvolgimenti in affari di camorra, tra cui il favoreggiamento del boss del Clan dei Casalesi Nicola Del Villano che Morico nega categoricamente: “Quando si è avvicinato il mio nome allo storico sodalizio del Gladiator, sono stato contentissimo dell’investitura di Giacomo De Felice e Raffaele D’Anna. Una vera e propria sorpresa. Mi è stato chiesto di rivestire una carica molto importante, quindi se accuse non veritiere dovessero danneggiare minimamente la città di Santa Maria Capua Vetere e la squadra di calcio, sono dell’opinione che bisogna fare un passo indietro. Non volevo accostare alla città di Santa Maria Capua Vetere tali vicende, ma dopo, ragionando in trenta secondi, mi sono accorto che è stato più uno sfogo che altro. Nella giornata di lunedì, ho chiamato la redazione della testata giornalistica per fissare un appuntamento con il direttore, ma ancora non ho ricevuto una chiamata di risposta. In due giorni sono usciti due articoli inerenti la mia figura. Nel primo si fa riferimento ad un mio coinvolgimento in una storia di camorra, ebbene posso dire che, dopo una causa durata dieci lunghi anni, nessun giudice e nessun Tribunale ha sentenziato qualcosa contro di me, per aver favorito la latitanza, come la testata giornalistica asserisce, di un boss del clan dei Casalesi: accusa infondata a cui non è seguita una condanna. Dirò di più, mio fratello per diversi anni è stato vicesindaco dell’amministrazione comunale di Grazzanise che qualche mese fa è stata messa sotto torchio dalle forze dell’ordine. Per appalti pilotati e favori ai Casalesi è stato arrestato l’ex primo cittadino Enrico Parente ed altre persone. Mio fratello non ha ricevuto alcun avviso di garanzia, perché, come insegnatoci da mio padre, abbiamo pensato sempre e solo a lavorare e non ha avuto alcun coinvolgimento. Ciò a dimostrazione del fatto che è falsità il legame, additatomi dal giornale in questione, con la camorra. Ieri, in un secondo articolo, addirittura si faceva riferimento alla mia vicinanza alla possibile nuova vicesindaco di Santa Maria Capua Vetere Assunta Amelio. Scendo dalle nuvole, allo stato attuale questa persona non la conosco. Cosa diversa per Gabriella Santillo, amica da ben otto anni, e Luigi Bosco che conosco da quando nemmeno l’onorevole era ancora sceso in politica. Persone che conosco ma non in merito alla politica, perché – “conclude Morico – “non ho mai voluto saperne della politica”.