Il capitano del Pordenone Mirko Stefani, attraverso le colonne del Messaggero Veneto ha parlato del momento che sta vivendo la squadra: “Siamo pronti a scrivere la storia: partiamo da outsider ma vogliamo dire la nostra sino a metà giugno”. E’ carico il difensore del Pordenone per la sfida del Bottecchia con la Casertana, valida per i quarti di finale dei play-off. Stefani, questa squadra non si vuole più fermare. “No, assolutamente. Siamo convinti di poter fare qualcosa di importante. Sappiamo di non essere i favoriti ma siamo altrettanto consapevoli delle nostre doti, delle qualità che ci hanno portato sino a questo punto. Possiamo lasciare il segno fino al termine dei play-off”.
Intanto la Casertana: che partita sarà? “Difficile, perché gli avversari sono forti, soprattutto in attacco. Dovremmo stare attenti sin da subito, perché non c’è una gara di ritorno a dare una seconda chance. Sicuramente non dobbiamo snaturare il nostro modo di giocare: saremo propositivi, presseremo alto e non ci preoccuperemo di subire un gol”.
Non fa parte del dna del Pordenone infatti. Ma è davvero un incontro come gli altri, questo? “Dobbiamo comportarci come se lo fosse, anche se non lo sarà. Si vive tanto di episodi, si è sempre sul filo di lana. Dovremmo essere bravi noi a indirizzare il match sin da subito, anche se ci vuole pazienza: la gara può durare anche 120’ (in caso di parità al 90’)”.
Il Pordenone gioca in casa: è favorito? “Diciamo che disputare questa gara al Bottecchia è per noi un vantaggio, perché sappiamo il nostro ruolino di marcia tenuto nel girone di ritorno in via Stadio. Penso però che, la cosa più importante, sia affrontare questi play-off come la scia del campionato: si apre un’altra parentesi ma da vivere come sono stati vissuti i mesi precedenti, con grande energia, senza particolari tensioni”.
Stefani, allora il Pordenone è pronto ad andare avanti in questi play-off? “Sì. E’ un periodo fantastico e non vogliamo fermarci. Speriamo di stare in gara il più possibile e festeggiare qualcosa di bello assieme alla nostra gente”.
Alberto Bertolotto