Benevento – Casertana non è finita al 90’, continuano le polemiche in casa rossoblù, il risultato scotta e questo ci può stare. Duole invece leggere le lettere di protesta di colleghi giornalisti casertani presenti alla partita, sistemati in tribuna in una zona delimitata dal nastro di plastica bianco e rosso.
Ci può stare, i nostri stadi non hanno spazi stampa in grado di ospitare molti colleghi come verificatosi domenica scorsa a Benevento.
Facilmente individuabili i giornalisti casertani hanno dovuto lavorare con il computer poggiato sulle gambe e anche ci può stare.
Altri poi hanno trovato un tavolo libero dove poter poggiare il pc e proseguire il proprio lavoro.
Tutti però sono stati oggetto di scherno, offese e minacce non da parte del pubblico giallorosso presente in tribuna, ma da parte di persone che sedevano in quello spicchio di tribuna stampa ricavato in tribuna, che si presuppone siano giornalisti, che non osiamo definire colleghi per il comportamento poco civile avuto sia come persone che come iscritti ad un ordine professionale la cui etica domenica pomeriggio è stata non violata ma calpestata.
Esultare per il gol della propria squadra, non è il massimo per un giornalista al lavoro, ormai ci si abitua a tutto. Ma in quella che è comunque una tribuna stampa, anche se ricavata da uno spicchio di tribuna, sputare addosso ad operatori dell’informazione al lavoro al seguito della squadra avversaria, cantare cori di scherno o esibire la sciarpa con i colori del cuore e minacciare, forse cozza con la buona educazione e con tante altre regole scritte e non scritte che hanno il loro fondamento nel vivere civile, che evidentemente domenica pomeriggio allo stadio di Benevento non c’era, o era stato messo momentaneamente da parte.