MACERATA CAMPANIA – Per un’intera settimana si sono “a stento” salutati. I discorsi sul calcio sono stati aboliti e si è parlato di tutto tranne che della magica sfera di cuoio. Conseguenze derivanti dalla militanza in due società diverse, che si sono affrontate nel fine-settimana appena terminato. Real Maceratese-Campania è stata la fonte dell’ironica discordia della famiglia De Cesare, che si è divisa nel tifare uno o l’altra squadra. Motivo di ciò? Il capofamiglia Salvatore De Cesare, classe ’69 e calciatore in passato nel settore giovanile del Napoli oltre che con Pomigliano, Campania Ponticelli, Maddalonese e Bruscianese, è il direttore sportivo della Real Maceratese, mentre il figlio Antonio è un promettente difensore classe ’96 del Campania, reduce dalle annate in categorie superiori con Sarnese, San Marco Trotti ed Hermes Casagiove.
LA SFIDA. Nei campi polverosi della Promozione campana avvengono queste belle pagine di sport, in cui un padre ed un figlio si scontrano da avversari. Ognuno avrebbe voluto fare lo smacco all’altro, così da divertirsi sulle sconfitte altrui, ma la sorte ha voluto che la partita finisse col punteggio di 0-0, evitando di creare la strana etichetta di vincitore e sconfitto. Antonio ha fatto il proprio ingresso in campo all’83° al posto di Mondella, schierato dall’allenatore Gianni Formicola per rafforzare il reparto difensivo. Momento in cui è avvenuto l’apice della sfida, con il ds Salvatore con il cuore da una parte ma con la testa dall’altra. Al triplice fischio, padre e figlio si sono abbracciati e parlati, come mancava da una settimana. Ed il calcio è tornato ad essere un argomento comune nei discorsi di casa De Cesare, divisa per qualche ora ma che non ha perso mai l’unità familiare che la contraddistingue.