Con Suarez e Parma formava un tridente d’attacco invidiato da tantissimi club di quarta serie. Marcello Direnzo osserverà con un occhio speciale sabato pomeriggio Casertana-Matera. I suoi sono ricordi lucidi di chi quella maglia non l’ha dimenticata. “L’esperienza a Caserta non la dimentico. Innanzitutto perché la città è stata affettuosissima con me e con la mia famiglia, sembrava di stare a casa. E poi giocavo in una squadra eccezionale, peccato solo per la dirigenza che non c’entrava proprio nulla col calcio. Poco dopo Natale fui chiamato addirittura dissidente perché non mi ero presentato agli allenamenti per alcuni problemi legati agli emolumenti. Episodio che però non cambiò la mia stagione e alla fine sfiorammo la finalissima playoff che ci avrebbe consentito di essere poi ripescati. Segnai dieci gol in 24 gare, ma fui condizionato da qualche infortunio di troppo e ne avrei potuti segnare molti altri”. Amaro l’epilogo della semifinale vinta sul campo contro il Savoia e poi persa a tavolino: “Sono convinto che se fosse stato confermato il 3-1 sarebbe cambiata la storia della Casertana. Quella era una formazione davvero ben assortita. Dalla cintola in su avevamo molte alternative: oltre a me e Suarez in attacco c’era Parma, poi Sannazzaro, Chietti, Nuccio Bbarone, Piemonte. Tanta quantità e qualità in mezzo al campo”. Completamente diversa la sua esperienza a Matera che durò appena due gare: “Fu più che altro una parentesi. Chiesi la rescissione del contratto perché pur essendo nativo di Matera sono di Altamura. E poiché tra le due città c’è una grandissima rivalità tipo Casertana-Salernitana, fui costretto a lasciare per motivi campanilistici evitando così le problematiche del caso”. Oggi Direnzo non fa parte del mondo del calcio, ma continua a seguire quelle squadre che gli sono rimaste nel cuore: “Domenica tiferò Casertana – ammette apertamente – anche se con il presidente Columella abbiamo un caro amico in comune, ma sabato tiferò Casertana. I falchetti rappresentano un ricordo bellissimo della mia esperienza calcistica. E poi il falco è anche il mio animale preferito perciò come potrei tradirli. L’anno scorso fecero un gran campionato, spero che possano ripeterlo e magari arrivare ancora più in alto. Una piazza come Caserta lo merita”.