Antonello Riva è stato una dei ‘nemici’ storici della Juvecaserta. Un giocatore che non ha bisogno di presentazione, spesso decisivo con le sue triple. Eppure quel 21 maggio del 1991 non avrebbe mai immaginato di vedersi soffiare lo scudetto a domicilio: “Una batosta inattesa – ammette – ma meritata. Caserta aveva più fame, più voglia di vincere. Noi credevamo di ripetere le vittorie precedenti e non avremmo mai immaginato di perdere l’imbattibilità stagionale proprio nell’incontro più importante dell’anno. Tutti ci davano favoriti, probabilmente lo eravamo sulla carta, ma in campo regnò l’equilibrio fino a tre minuti dalla fine quando Gentile iniziò a bombardare e non riuscimmo a tenere il passo”. Da avversario Riva riconosce la superiorità bianconera soprattutto come compattezza: “Tutti la definirono la sfida nord-sud, la grande metropoli contro la provinciale. Io dico più semplicemente che la Phonola era un gruppo vero, un gruppo unito nel bene e nel male. Lo testimoniò l’infortunio ad Esposito che avrebbe gettato nello sconforto chiunque. Loro però riuscirono a trovare proprio nell’emergenza la spinta necessaria per batterci. Se un giorno Caserta riuscirà a tornare in alto? Il basket come molti altri sport vive un momento delicato. Senza grosse sponsorizzazioni non è possibile operare e investire. Bisogna avere pazienza, attendere il momento propizio. Già rimanere nella massima serie è un traguardo che non tutti possono permettersi”.