Il basket è bello perché, spesso, sa regalarti delle storie da raccontare con un gusto particolare. E, spesso e volentieri, c’è un lieto fine. Doveva per forza essere la Juvecaserta, doveva per forza essere il bianconero il colore della canotta della sua ‘prima’ in A. In ritardo rispetto alle premesse, in ritardo rispetto a quanto meritasse, Andrea Ghiacci, a 33 anni, farà all’ombra della Reggia il suo esordio tra i grandi del basket italiano. In ritardo, ma non gli importa nulla. Non gli importa perché lo fa a Caserta, nella città che lo ha amato di più e che lui ha amato più delle altre. E’ un lieto fine, una volta tanto. Andrea Ghiacci è un casertano d’adozione, ormai uno di noi, è tornato a casa. Tantissime volte, nel corso di questi anni in giro per l’Italia, mi ripeteva: “A Caserta vengo a giocare anche gratis”. L’ho sentito qualche giorno fa appena le voci del suo ritorno si facevano più insistenti: era in Kenya, in vacanza, con papà Mario e famiglia annessa. Mi ha scritto col cuore, come sa fare, come solamente sa fare, lui che la diplomazia non sa cosa sia e ti regala sempre un’intervista speciale: mi ha detto quello che già sapevo, ovvero che era felice come un bambino al pensiero di poter vestire ancora una volta la divisa della Juve. Pare che l’ex patron Rosario Caputo abbia fatto il suo nome per primo nella lista della spesa. Ghiacci e Caputo hanno un feeling speciale, un rapporto che trascende il gioco, va oltre e l’ex presidente non l’ha dimenticato. Sarà lui a regalare la prima canotta in A ad Ice e, probabilmente, Ice gli regalerà quella canotta. La 19, un numero che a Caserta è sempre stato accostato al suo nome. Una valanga di tifosi bianconeri hanno una sua canotta, un suo pantaloncino o una semplice maglietta d’altronde lui elargiva regali a tutto spiano per la gioia di Giorgio Glouchkov che doveva sempre recuperargli del materiale nuovo. La 19 è di Ice, torna sua, sarà sua. Ha dato tanto, si è preso tanto, c’è stato nel dolore di Pavia e nella gioia di Jesi. Ricordo ancora quella sera di ritorno dalla Marche: Ice mi scrisse un sms dicendomi di invitare tutti i casertani al Palamaggiò per la festa all’alba. Lui aveva fittato il camion che portò a casa gli eroi di quel 8 giugno. Cosa potrà dare questo Ghiacci alla Juvecaserta? Sicuramente la difesa, suo marchio di fabbrica, un pizzico di esperienza e cazzima ma, soprattutto, il senso di appartenenza a questa città. Un aspetto che non si compra ne si trova al mercato: vestire la canotta bianconera è una responsabilità diversa dalle altre, Ice sa bene quanto pesa ed ora, insieme a Dell’Agnello, ha il compito di trasmetterlo ai compagni. Il resto lo dirà il parquet, intanto la 19 si può togliere dalla naftalina. La 19 è in campo. Bentornato Ice, bentornato a casa.