Ha allenato in tutte le categorie facendo molta gavetta. L’esperienza di quest’anno in serie D lo ha consacrato ed ora è pronto a ripartire con quella carica che lo ha sempre contraddistinto. Carlo Sanchez sta valutando le offerte ricevute e tra qualche settimana scioglierà le riserve. Con il Marcianise sono stati otto mesi importanti che lui non dimenticherà. “Con tutte le difficoltà incontrate – esordisce – eravamo costantemente in zona playoff. Poi si è rotto l’equilibrio con la società e ho preferito fare un passo indietro. E’ stata comunque un’esperienza bella, formativa e spero che Marcianise continui a fare calcio perché una piazza del genere merita altri palcoscenici”. All’inizio tanto entusiasmo, poi un inatteso ridimensionamento nonostante i risultati positivi: “Ma rifarei la scelta della scorsa estate – precisa subito Sanchez – perché c’erano tutti i presupposti per fare bene. Dispiace solo non essere stato accettato da tutti, sono stato visto con eccessivo scetticismo. Avevamo iniziato un progetto interessante, poi la società ha preferito ridimensionare, ma fino a febbraio ce la siamo giocata con tutti. Pur avendo una squadra giovane con tanti esordienti in serie D non abbiamo mai sfigurato. Forse si aspettavano qualche risultato diverso, ma io accetto tutto, questo è il ruolo di allenatore”.
E sul girone I ammette: “L’Akragas ha stravinto e soprattutto nel girone di ritorno ha imposto il suo ritmo. In un raggruppamento difficile a livello logistico ho trovato molte squadre organizzate. Un certo equilibrio, a differenza magari del girone H dove specialmente nei quartieri alti della classifica se la sono giocata fino all’ultimo”. Lo scandalo calcioscommesse rischia di ridisegnare la geografica del calcio. Anche se le maggiori difficoltà le stanno incontrando proprio al sud: “Al settentrione hanno già allenatore e stanno rinforzando le squadre. Qui invece sono ancora in alto mare.
Le indagini sicuramente stravolgeranno il calcio sia in Lega Pro che in D, ma una cosa è fondamentale per il futuro: avere strutture adeguate. Se non si hanno e non ci sono soldi meglio non fare calcio. Altrimenti si rischia di rovinare tutto già ad ottobre illudendo tifosi, giocatori e allenatori. Quest’anno a parte qualche isola felice è stata una catastrofe per gli stipendi. Quindi meglio non iscriversi se l’andamento deve essere sempre quello”.
Due parole sul movimento casertano, quella Terra di Lavoro che mister Sanchez ha sempre guardato con ammirazione: “Quando allenavo le categorie inferiori ambivo ad allenare nel calcio casertano. Caserta dopo Napoli porta tantissima passione. Purtroppo le difficoltà sono ovunque, la pecca sono i campi, strutture assenti. Questo è il punto debole. Ad esempio la Casertana senza incontrare tutte quelle difficoltà con il terreno di gioco poteva ambire alla B. Fallimento dell’Aversa con la terza retrocessione consecutiva, in Eccellenza la Sessana è andata oltre più rosea aspettativa. C’è grande passione e quella deve far andare avanti”. Infine uno sguardo al futuro. Qualche contatto c’è stato, lui è in attesa della chiamata giusta: “Spero di trovare in fretta panchina in D anche se ho rifiutato una in Eccellenza. Sono arrivate un paio di proposte, una anche fuori dalla Campania. Il calcio è la mia passione, non riesco a stare lontano dai campi e francamente non vedo l’ora di ricominciare”.