Dopo tante stagioni ai vertici della A2 femminile, dimostratasi per più stagioni tra le migliori playmaker in circolazione, dopo aver sfiorato per ben due volte la promozione in A1, prima con la maglia di Umbertide, poi con quella di Porto S.Giorgio, il ritorno a casa di Michela Santonastaso è stata la lieta notizia dello scorso campionato. Una giocatrice di classe talento, che unisce a una visione del gioco a 360° un’innata capacità di concludere in vari modi dal palleggio, dall’arresto e tiro. Un playmaker completo, che fa delle letture sugli scarichi, delle “piccole cose” il suo pane quotidiano, che si è imposta fin da subito come leader in un gruppo già rodato dall’anno precedente e in cui militano atlete con maggiore anzianità sulle spalle. Non ha tradito le attese, è stata il faro di una squadra che, avendo un faro ad illuminarla, ha preso coscienza nella sua forza. Con la cabina di regia nelle sue sapienti mani, si è visto un notevole miglioramento da parte delle giovani, che ricevevano più passaggi in ritmo per tiri ad alta percentuale, ed è salito anche il peso specifico delle veterane, che, sgravate delle “patate bollenti” hanno potuto centellinare il loro sforzo per un maggiore contributo alla causa. Dicono che un giocatore da solo non cambia una squadra, probabilmente quanto visto quest’anno a Maddaloni da parte di Michela Santonastaso, esula da ogni detto. Una giocatrice che è sempre andata in doppia cifra in ogni partita giocata, che ha sempre garantito non solo punti ma anche tanti rimbalzi, in attacco e in difesa, che ha propiziato tanti recuperi, ma che soprattutto ci ha sempre messo la faccia alla fine di ogni partita, l’ultima ad arrendersi sul campo, l’ultima a perdere la grinta e la voglia di lottare su ogni pallone. La giocatrice casertana, dopo tanti anni ad alto livello, ha regalato al tifo di casa sua, quello che l’ha vista crescere, un ritorno alle origini, un nostalgico tuffo nel passato in cui tutto era iniziato. Le premesse sono state rispettate e una giocatrice matura, caparbia e con un grandissimo tasso tecnico, che la eleva a prima giocatrice sicuramente del suo girone. Per lei non parlano solo i numeri, già citati, ma anche la gran dose di carisma che ha saputo riversare sulle compagne. Una giocatrice che Maddaloni ha visto purtroppo anche “spezzarsi” sul più bello. Quando infatti dopo una lunga rincorsa a quei tanto agognati playoff nella gara 2 contro Brindisi, dopo pochi minuti, erano in tanti sgomenti a vederla al tappeto in un urlo strozzato, con la diagnosi che confermava qualche giorno dopo la rottura del crociato. Nell’attesa di una guarigione e di un pronto ritorno sul parquet, dove sicuramente avremo ancora molto da vedere, resta la sua foto come istantanea di una stagione molto positiva per il Centro Diana Maddaloni, che speriamo possa tenere nelle sue rotazioni la giocatrice “di casa” che tanto bene ha fatto finora e che tanti sogni e speranze può regalare al pubblico dell’Angioni Caliendo, nel ricordo di quel Kalati da cui tutto partì qualche anno fa…