La prima volta fu nel settembre 1990 quando al quattordicesimo della ripresa il suo sinistro superò Grudina. Il Perugia vinse 3-2 a Caserta nella seconda giornata di campionato e l’allora presidente Cuccaro decise di affidare la panchina ad Adriano Lombardi. L’estate successiva il patron rossoblù non si lasciò sfuggire l’occasione di prendere il capocannoniere dell’anno prima e quella punta che potesse tornare utile nel torneo cadetto. “Il presidente Cuccaro mi volle a tutti i costi – esordisce – e io rimasi impressionato dal suo amore per la Casertana”. Lui è stato l’eroe di quel Salernitana-Casertana del 31 gennaio ’93 quando lasciò partire una traiettoria velenosa da trenta metri che valse il 2-2. Una punizione rimasta indelebile nelle mente dei tifosi casertani. “A distanza di tanti anni ricordo perfettamente quella partita. Il gol a tempo scaduto, la lunga corsa per festeggiare con i tifosi rossoblù che in quel momento godevano come ricci. Vederli esultare in quel modo è un’immagine nitida che non dimenticherò mai. Nella carriera di un calciatore accadono sempre tanti episodi, gol, festeggiamenti, ma quello che accadde quel pomeriggio a Salerno fu incredibile, una giornata stupenda”. E pensare che prima di calciare l’attaccante romano ebbe una esitazione: “La distanza non era corretta – prosegue – e un calciatore si era anche mosso. Mi fermai e dopo presi una rincorsa lasciando partire un missile terra-aria che Genovese non riuscì a prendere. E al triplice fischio volò di tutto in campo. Seggiolini e altri oggetti che per poco non ci colpirono. Ma uscire con un pareggio, tra l’altro merito, da quel campo, fu un’emozione che riesco a sentire ancora”.
Per Fermanelli due stagioni in rossoblù con un epilogo non proprio fortunato. Prima la retrocessione dalla B alla C1 poi la radiazione nel giugno ’93. “Sono state due stagioni belle nonostante i risultati. A Caserta mi sono trovato bene e vi giuro che non è una frase fatta. A volte gli ex parlano bene a prescindere, ma io sinceramente sono stato benissimo. Quando potevo seguivo anche il basket con la Phonola di Enzo Esposito che oggi allena e che seguo da grande appassionato. Due anni in cui ho avuto la possibilità di conoscere tante persone, di toccare con mano il calore e la passione di un pubblico eccezionale. A Caserta mi sono trovato talmente a mio agio che spero di poterci tornare magari da allenatore. Non voglio togliere il posto al mio amico Campilongo e perciò sarebbe bello fargli da secondo. Sarebbe un sogno che si realizza anche se oltre a noi poi dovrebbe arrivare anche uno che curi il reparto difensivo visto il nostro passato. Scherzi a parte sarei strafelice di poter tornare in un luogo a me particolarmente caro. Caserta ha un posto speciale nel mio cuore”. E a proposito di Campilongo, Fermanelli ha avuto modo di giocare in coppia con lui e adesso ne apprezza il lavoro tecnico: “Da calciatore è stato un grande, ma anche da allenatore si è tolto le sue soddisfazioni. Sta facendo molto bene e i risultati gli danno ragione anche perché non bisogna dimenticare la complessità del girone C che è indubbiamente il più equilibrato”. Sabato gara da dentro o fuori ed è inutile chiedergli per chi farà il tifo: “Quei colori non si dimenticano, chi li ha indossati se li porta sempre addosso. Spero di vedere tanti casertani all’Arechi, io idealmente sarò con loro, dobbiamo crederci, possiamo vincere”.