Ieri era il 1 aprile e, paradossalmente, lo ‘scherzo’ migliore è ad opera della Casertana. Una sorpresa inaspettata e che lascia tutti interdetti. Insomma, un pesce d’aprile con i fiocchi.
I Falchetti cadono per 3-2 sotto i colpi di un Melfi indiavolato, guidato da un Caturano versione super.
Prestazione scialba, approccio imperfetto, pochi punti di riferimento e troppi errori (sia dei singoli che di squadra). Centrocampo che ha faticato per lunghi tratti del match e che, senza fare filtro, ha complicato, ancor di più, la vita dei difensori. Avanti, Mancino ha colpi da giocatore di B (vedi il gol) ma sull’esterno soffre, Caccavallo è nervoso e sbaglia anche le giocate più semplici. Cissè deve fare a sportellate con la contraerea lucana e non è facile.
Tutto quello che poteva andare male si è puntualmente avverato e, con grande rammarico, va ricordato che i Falchetti sono riusciti a portarsi in vantaggio, ribaltando il risultato. A dimostrazione che, nonostante la grande partita del Melfi, la Casertana è superiore e, con un po’ di attenzione e astuzia in più, il risultato poteva essere più benevolo e meno mortificante per una classifica che, ora, impone almeno quattro punti tra Foggia e Martina.
La sensazione, però, è che questa gara possa lasciare strascichi importanti all’interno dello spogliatoio e nel rapporto tra giocatori, mister e società. L’aria che si è respirata nel post gara era (giustamente) tesa. Una tensione piena di rabbia e che ha portato ad un’autentica corsa al mea culpa. Prima Campilongo si è assunto le responsabilità della sconfitta, poi ci ha pensato Murolo a caricarsi sulle spalle una giornata no che, però, è di tutta la squadra, non solo dell’ex difensore della Juve Stabia.
Gesti e parole, da parte dei due tesserati rossoblù, che fanno onore, umanamente e professionalmente, ma che non devono rappresentare un punto di arrivo. Ora la squadra, dopo essersi complicata la vita, deve rendersi conto che è arrivato il momento di essere perfetti, di non buttare tutto all’aria e, permettetecelo, di tirare fuori gli attributi. Con i fatti, non con le parole. Questo non perché non lo abbiano fatto durante la stagione (che resta memorabile) o che non si possano commettere errori individuali (il calcio è uno sport fondato sulla casualità, e l’errore fa parte del gioco) ma dopo un k.o. e una prestazione del genere, la voglia di riscatto non è più una scelta ma una necessità.
Purtroppo non è arrivato nessuno a dire: “Guardate che è un pesce d’aprile”, perché non lo è. La sconfitta con il Melfi (autentica bestia nera) è la realtà. Fa male. Fa rabbia. Ma deve essere una tensione costruttiva, perché i play off sono lì. È solo (un po’) più difficile. Ma siamo a Caserta e, lo sanno tutti, i Casertani non mollano mai. E neanche la Casertana ha facoltà di farlo.