Non ha ancora 26 anni ma ha già un curriculum eccellente. E non solo. Ha avuto la fortuna (non capita a molti) di vincere uno scudetto, seppur a livello giovanile, con la squadra della propria città, con la squadra per cui ha sempre tifato. Lui è Gianluigi Bianco, ragazzo timido, gentile ed educato, nato nel quartiere marinaro di Priaruggia e cresciuto calcisticamente nella Sampdoria. A 18 anni, dicevamo, conquista il titolo di campione d’Italia primavera (e anche la coppa Italia) battendo in finale l’Inter di Balotelli per 3 a 2. La Samp allenata da Fulvio Pea arrivò in finale proprio grazie al nostro Bianco che realizzando un gol nel recupero eliminò la Fiorentina. Un gruppo di amici che la domenica andavano allo stadio a tifare Sampdoria e poi, un giorno, si ritrovano catapultati in campo con addosso la stessa amata maglia blucerchiata “Ricordo con molto piacere quegli anni. Avevamo 10 anni, più o meno, io, Fiorillo (attuale portiere del Pescara nda) e Marilungo da tifosi ci siamo ritrovati a giocare assieme nella Samp. Sono cresciuto, in particolare, con loro due, a cui sono particolarmente legato, ed è stato meraviglioso vincere con i miei amici, e con la squadra della mia città, uno scudetto”.
Abbiamo chiesto a Bianco cosa si prova a diventare calciatore e a vincere con la squadra del cuore “Di certo è un’emozione unica, fortissima. Eravamo tutti amici, con tanti sogni nel cassetto, carichi di speranze, e festeggiare lo scudetto davanti a circa 20 mila spettatori che ti applaudono e ti inneggiano ti mette addosso una tale sensazione di felicità difficile da raccontare. Ad ogni modo stiamo parlando del passato, oggi gioco per la Casertana, sono felicissimo di essere a Caserta e mi godo questo straordinario cammino in campionato della Casertana.”. Bianco lascia Genova e va ad Empoli, in serie B. Nel 2009 passa, in prestito, al Sassuolo e lì incontra l’allenatore che forse più degli altri ha creduto in lui, Stefano Pioli. Con l’attuale tecnico della Lazio Bianco gioca oltre 30 partite, realizzando anche il primo gol in un campionato professionistico. “Ho avuto un ottimo rapporto con Pioli, credeva nelle mie qualità e mi lanciò senza remore. Disputai tutto sommato un buon campionato tanto da essere convocato con la Nazionale Under 20. Ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere ragazzi che oggi sono dei campioni”.
Dopo Frosinone, Grosseto e Vicenza, Gianluigi Bianco si trasferisce a titolo definitivo all’Avellino e per la prima volta scende in Prima Divisione. Con Rastelli alla guida dei lupi Bianco vince il campionato e la supercoppa di categoria. “Fu un anno importante, ricco di soddisfazioni, sia per noi che per la città di Avellino. Riportammo l’Avellino in serie B, con grande gioia dei tifosi. Avevamo un’ottima squadra, c’erano De Angelis, Biancolino, Castaldo, Zappacosta, Pezzella, Millesi e un grande portiere, nonché amico, qual è Fumagallii che ho ritrovato qui a Caserta”.
Dopo la parentesi in Umbria, a Castel Rigone, Giovanni Lombardi lo porta a Caserta. E Bianco non lo delude. Dopo nove partite realizza quattro reti diventando il miglior realizzatore dei falchetti. A dicembre le sirene della serie B sembrano allontanare Bianco da Caserta. Lui decide di restare, sa che la Casertana sta realizzando qualcosa di importante e vuole continuare a dare il proprio contributo. La sfortuna, però, è dietro l’angolo, Bianco si fa male ed è costretto a cedere il posto a Tito che lo sostituisce brillantemente. Venerdì scorso Bianco era titolare nella sfida con il Benevento “Sono stato fermo più di un mese per un infortunio e non è semplice essere subito al cento per cento. So che posso dare di più, devo solo allenarmi e lavorare sodo.” E’ in scadenza di contratto, cosa farà Bianco a giugno? “Per adesso non ci penso. Sono contento di stare a Caserta, sto benissimo, sono concentrato sul finale di campionato e cerco di raggiungere il massimo risultato con i miei compagni”.