La Juve quasi in Legadue, Bonaccorsi: “Retrocessione diversa dal ’94, ecco come risalire”



Bonaccorsi esulta dopo la vittoria di Bologna nel '93-'94
Bonaccorsi esulta dopo la vittoria di Bologna nel ’93-’94

A sette anni di distanza dal ritorno in massima serie, la Juvecaserta ha le porte della Legadue spalancate. Manca solo la matematica ma pensare che i bianconeri possano recuperare sette punti a Pesaro con sole otto giornate da giocare è davvero utopia. Caserta dunque retrocederà per la seconda volta nella sua storia nel secondo campionato italiano di pallacanestro. Un epilogo affatto annunciato in estate, esattamente come quella del ’93-’94 in cui nessuno avrebbe immaginato di ritrovarsi in serie A2. Ma quella Onyx aveva un potenziale diverso. I più esperti erano Bonaccorsi e Shackleford. Tufano stava uscendo fuori in quegli anni, poi le scommesse Brembilla, Ancilotto e Evric Gray. In panchina i vari Fazzi, Faggiano, Marcolvaldi e Mayer. Eppure l’inizio non fu affatto disastroso come quest’anno. “Tante analogie con quell’anno – ricorda Claudio Bonaccorsi – non ne vedo. Innanzitutto era un altro basket, c’erano solo due stranieri e poi quella Juve era molto giovane ed inesperta. Purtroppo invece l’epilogo è stato lo stesso. Noi dopo la vittoria di Bologna eravamo addirittura terzo, poi fu un declinio. Dopo l’infortunio di Shackleford, il taglio di Gray, il mio infortunio con una fastidiosa fascite plantare. Ci furono tante concause che contribuirono alla retrocessione. Arrivai e mi presi un’eredità grandissima, andare a sostituire Nando Gentile. I giovani erano un po’ acerbi, era una squadra che avrebbe potuto fare i playoff, ma lottare per i playout, come accadde.. Quest’anno forse è stata una morte annunciata: già c’erano difficoltà ad inizio anno con l’incognita iscrizione. Poi una serie di risultati incredibili negativi in avvio che hanno condizionato molto. Francamente visti gli ultimi periodi della Caserta cestistica non era una cosa imprevedibile conoscendo le difficoltà. Ricominciare ogni anno non è mai stato facile”.

Errori tecnici e societari sono stati decisivi, il ‘bomba’ però va più a fondo: “Tutto sta nella programmazione. Non sai il futuro cosa ti riserva e come detto ogni anno è stata una incognita. Il problema non è solo della società, ma è da ricercare nella crisi italiana che ha creato difficoltà a tutti. Se non ci sono risorse la strada è davvero in salita. Ci sono stati presidenti che hanno fatto fallire le proprie aziende pur di mantenere gli impegni nel basket. E’ un dramma sportivo di molte piazze”.



Nel ’94 la svolta in negativo arrivò con la sconfitta interna contro Montecatini che condannò Caserta ai playout. Quest’anno i problemi sono arrivati subito con tutte quelle sconfitte di fila che hanno segnato il cammino:

Bonaccorsi in azione contro la Buckler nel '93-'94
Bonaccorsi in azione contro la Buckler nel ’93-’94

“Con 14 sconfitte consecutive ad un certo punto subentra un problema psicologico – prosegue l’ex play. Ad un certo punto risollevarti è davvero dura. Facevano la corsa su Pesaro che probabilmente sulla carta era la più abbordabile, ma sono riusciti a vincere qualche partita importante mantenendo sempre le distanze dall’ultima posizione. Spero solo che questa retrocessione possa servire a risalire e non chiudere come accaduto ad altri club. Cosa fare per risalire? Ci sono state società che hanno dato l’esempio e si dovrebbe ripartire dai giovani, dalla linfa vitale dello sport. A Caserta c’è grande passione e per evitare l’alternanza A1-A2 dovrebbero puntare sulla linea verde. All’inizio sarà difficile perché bisogna investire più sull’istruttore, su chi ti può formare il campione del futuro e i risultati non sarebbero immediati. L’alternativa è continuare a investire su giocatori già formati e continuare a spendere tanti soldi senza però ritrovarsi nessuno di proprietà. E’ una questione di scelte, ma oggi nello sport senza giovani non si vince”

La tifoseria bianconera è ormai rassegnata. La Legadue è a un passo e si pensa solo a come poter risalire. Bonaccorsi manda un messaggio inequivocabile: “In momenti come questi è difficile rincuorarli. Da esterno mi verrebbe da dire di non responsabilizzare troppo né i giocatori né la società perché la pallacanestro vive un momento molto delicato. In Legadue a stagione in corso sono spariti Forlì e Veroli e questo fa capire la grande crisi che c’è anche nello sport. Dovrebbero rimanere vicino ai colori del club come fanno quelli della Fortitudo che al di là della categoria seguono in migliaia la squadra. Sono stato soltanto un anno a Caserta ma ho apprezzato la passione e l’amore verso la Juvecaserta. Sono qualità non facili da trovare e mi auguro di poterla rivedere subito in LegaA. Forza ragazzi non mollate”.


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