Il quesito di giornata è: a Ischia due punti persi? Forse sì, ma anche no. Sull’isola non è mai stato facile per nessuno (vedi Lecce e le due lepri Benevento e Salernitana non hanno certo brillato), inoltre la gara è stata condizionata dalle cervellotiche decisioni di Ranaldi della sezione di Tivoli che si è dimostrato un arbitro senza personalità. Tante decisioni dubbie (da una parte e dall’altra) una su tutte l’espulsione di Murolo su segnalazione del collaboratore Trovatelli di Pistoia. Le immagini confermano il contatto tra il difensore e un avversario, ma si tratta di una semplice spinta per divincolarsi dalla marcatura. Dunque niente schiaffo o pugno come ha male interpretato il guardalinee ingannato anche dalla sceneggiata del calciatore a terra. Un episodio che ha condizionato inevitabilmente l’incontro anche se è giusto sottolineare l’approccio molle dell’undici di Campilongo. Francamente ci saremmo aspettati una Casertana più incisiva al cospetto di un’Ischia tecnicamente di gran lunga inferiore e anche tatticamente affatto convincente. E invece nessuno spunto interessante, nessun pericolo per Mennella che ha trascorso un primo tempo quasi di noia. Nella ripresa qualcosa è cambiato: il tecnico ha strigliato i suoi che sono tornati in campo con quella famosa fame che Campilongo vuole vedere in ogni partita. Cunzi si è (astutamente) procurato il penalty che Cissè (decimo gol stagionale) ha trasformato con estrema freddezza. Anche i padroni di casa in dieci per l’espulsione di Sirignano e parità numerica ristabilita. E poi? Ti aspetti il raddoppio o quanto meno una serie di tentativi e invece nulla. I calciatori hanno deciso di gestire l’incontro facendosi però infilare al primo (e unico) affondo: batti e ribatti dal limite dell’area, Millesi controlla con una mano (tocco comunque involontario) e serve Ciotola che furbescamente elude la marcatura di Idda, conclusione che Fumagalli smanaccia e Tito si fa anticipare da Infantino. 1-1 e tutto da rifare. Ma la partita finisce praticamente qui. I falchetti non decollano, l’Ischia ringrazia e dopo una vita al ‘Mazzella’ il derby è in parità. Un peccato verrebbe da dire perchè la sensazione è che la Casertana avrebbe potuto vincere se solo ci avesse creduto maggiormente. Ma il bicchiere, per noi, resta pieno. Il terzo posto è comunque in salvo (aspettando la Juve Stabia) e soprattutto non bisogna dimenticare che soltanto due anni fa, nel marzo 2013, in questo periodo (precisamente 17 marzo) l’allora formazione di Maiuri pareggiava 0-0 al Pinto contro la Sarnese allontanandosi dalla vetta. Era la serie D, sembra distante anni luce, ma non bisogna far finta di nulla. Questa Casertana (ovvero la società) ha restituito dignità alla città riportandola nel calcio che conta. I mugugni e le critiche apparse subito dopo sui social network sono forse eccessivi. Si può dare di più, sempre, però si resta al terzo posto che è già una vittoria per una squadra neopromossa. Da martedì si penserà al Benevento, sperando di vedere il Pinto pieno come contro al Salernitana. Ora come non mai la squadra ha bisogno del calore della gente. Si è ancora in corsa per il podio, non bisogna lasciarselo sfuggire.