Un tabù lungo ventitrè anni. Era il 23 ottobre dell’88 quando al ‘Pianella di Cucciago’ la Juve targata Snaidero s’impose 102-105 con cinque uomini in doppia cifra. Era la seconda giornata di andata e gli uomini di Marcelletti la spuntarono grazie ai 37 punti di Oscar, le bombe di Gentile e i rimbalzi di Dell’Agnello e Glouchkov. Dall’altra parte non bastarono i 41 di Antonello Riva. I campani furono molto precisi al tiro, cosa che non accadde l’anno successivo quando i canturini ebbero la meglio 90-85. Bosa e Mannion non diedero scampo ai bianconeri, ko anche nell’anno dello scudetto 98-93 e i successivi. Male pure in A2 con ben sei sconfitte di fila tra campionato e fase ad orologio. Nel ’94-’95 finì 78-67 e 85-65. Marco Baldi, Sambugaro da una parte, Tufano, Mayer e Pastori dall’altra animarono il confronto della stagione regolare deciso proprio negli ultimi minuti. Più pesante il passivo della stagione ’95-’96 quando la gran serata al tiro di Gianolla, Rossini, Binotto e la concretezza di Thurl Bailey non diedero scampo alla truppa di Pasini a cui non bastò mandare in doppia cifra cinque uomini. La storia recente parla addirittura di un 99-71 rimediato dalla Eldo nel 2008 e di un 81-72 l’anno scorso. Sui complessivi quarantadue incontri venticinque successi lombardi fanno dell’attuale Bennet Cantù una bestia nera che la Pepsi stavolta vuole domare.