Capo d’Orlando è una delle formazioni che ha assaporato la serie A solo all’ultimo respiro, ripescata in extremis dopo il fallimento della Mensana, catapultata in una serie diverse dopo la buona stagione del passato campionato col Poz in panchina. Cambio di orizzonti e inizio difficile. I problemi fisici di Flynn e quelli legati al passaporto di Freeman hanno condizionato e non poco i risultati di un gruppo solido, imperniato sui giocatori di esperienza italiana, che già han trascorso insieme il torneo di A2 Gold, ma che ha raccolto poco rispetto a quanto prodotto. La vittoria alla 4^ giornata in trasferta sul campo di Cremona (che faceva seguito alla gara persa sul filo di lana contro Roma) regala comunque 2 punti ai paladini, che vogliono provare a regalare una gioia anche al pubblico del PalaFantozzi, sempre caloroso e presente a sostenere i suoi ragazzi. Sarà il remake di una sfida che nelle cosiddette minors è sempre stata avvincente.
Cabina di regia di classe ed intensità, con Flynn, playmaker con grande pedigree Nba in maglia Minnesota Timberwolves, che dopo un avvio pesantemente condizionato gli infortuni, proprio contro Caserta tornerà sul parquet, come ha annunciato il coach Griccioli nella conferenza del venerdì. Di sicuro da lui ci si attendono estro, assist e anche qualcuno dei suoi funanmboli canestri. Altro play di sicuro impatto a livello psicologico è Andrea Pecile, bravo a leggere le situazioni, a prendersi le responsabilità quando serve, ma anche a subire tanti falli che pesano sulla bilancia a fine gara. In guardia troviamo Austin Freeman che in 4 partite giocate viaggia a oltre 18 punti di media con il 30% dalla lunga distanza, cui aggiunge anche due assist. Ha avuto problemi col passaporto che gli han fatto saltare la gara con Roma, ma nelle altre ha dimostrato di avere numeri e mezzi impressionanti. Non servono presentazioni per Gianluca Basile, storico capitano della nazionale che vinse l’argento che ha ancora nel suo bagaglio tecnico quelle triple ignoranti che fanno tanto male alle difese. In posizione di ala, Burgess è forse quello che fra gli americani ha meno impressionato, anche se i suoi centimetri e la tanta buona volontà sono un’arma importante in difesa. Come backup dalla panchina avere però un altro giocatore di navigata esperienza come Soragna, che segna, lotta a rimbalzo e può permettere quintetti tattici non da poco è davvero una manna dal cielo. Pacchetto lunghi che ha la possibilità di annoverare tre giocatori diversi ma dall’ottimo rendimento. Archie è rimasto nella città siciliana dopo il buon campionato alla corte del Poz, ama svariare sul fronte dell’attacco, con grande mobilità di piedi ed anche mono pulita dalla media e lunga distanza. Hunt invece è un centro puro ma ha grande mobilità di piedi che sono una chiave spesso decisiva per la difesa biancoazzurra, mentre dalla panchina poter contare su Sandro Nicevic, sulle sue tante battaglie combattute e sulla sua possibilità di essere un gladiatore un po’ come Michelori, è un’autentica garanzia.