Perdere tre partite consecutive non è la fine del mondo, ci mancherebbe, ma non è proprio un ‘buongiorno’. Perderle in questo modo… è anche peggio. Senza nulla togliere ai giusti meriti da tributare alla Virtus Bologna, ma la Juvecaserta deve recitare ancora un mea culpa per quanto offerto sul legno felsineo. Non è più la Virtus dei nostri padri, ma ha vestito la tuta da operaio ed ha capito che, ora, bisogna togliersi la ‘puzza sotto il naso’ e sgobbare: bravi loro, ma qualcuno lo spieghi anche ai casertani che, forse, questa presunzione ce l’hanno. Andrebbe capito perché, secondo quali meriti, ma l’umiltà assente nella squadra è un bel campanello d’allarme. Gli attacchi vendono i biglietti, le difese vincono i campionati: nel basket è un dogma e la storia parla chiaro. La difesa juventina, a tratti, è imbarazzante. Ho ancora impressa l’azione del passaggio a zona 3-2, bucata centralmente con tanto di ‘schiacciata e fallo’: quell’azione dice tutto. Juve sveglia, così non va.
UMILTA’. Due volte di fila, nel post gara, Atripaldi ha utilizzato questa parola per scuotere l’ambiente. Se contro Brindisi ha colpito ‘laterale’, stavolta è andato dritto al cuore del problema quando ha detto “forse qualche giocatore pensa di essere più bravo di quello che è” e non ci vuole tanto a capire, tra le righe, che gli americani sono i primi indiziati. Non l’ha detto il giemme, lo dico io vedendo queste prove scadenti degli ‘stars n stripes’. Moore sembra il fratello scarso di quello ammirato lo scorso anno, Gaines è un rookie e sta pagando, Howell dà l’idea di essere poco presente, mentalmente, nelle partite, Scott da titolare dà meno garanzie che da cambio. Young merita un discorso a parte: a Bologna ha fatto la sua prova, nulla da dire, ma certamente non bisogna aspettarsi sempre un trentello da lui.
PANCHINA. Sia chiaro, non è colpa della panchina se la Juvecaserta vive questo periodo di difficoltà iniziale, ma sta dando poco. Eccezion fatta per Michelori che ci mette sempre tutto quello che ha, il resto non va bene. Certo, se anche i titolari ‘bucano’ diventa durissima, ma chi viene dalle retrovie è chiamato a dare una scossa. E’ presto, va detto, per dare dei giudizi e l’assenza di Vitali toglie una rotazione, ma anche chi non parte in quintetto deve assolutamente salire di colpi e dimostrare di non essere un comprimario nello spartito bianconero.
DOPPIO TURNO. Pistoia e Cremona in casa: poche storie, servono due vittorie. Finora il calendario non è stato troppo benevolo coi bianconeri ma ora c’è la doppia sfida casalinga da sfruttare. Due compagini decisamente alla portata di questa Juve pur priva di Vitali. Due compagini arcigne, dure, toste e che scenderanno con la mente serena contro un avversario già spalle al muro. Servono due vittorie, no way.
VERITA’. Non avrei mai scommesso un cent su una simile partenza: il precampionato aveva dato segnali incoraggianti poi è bastato qualche infortunio per togliere tutte le certezze. Onor del vero, nessun bianconero si è mai nascosto dietro le assenze e, tutto sommato, han fatto bene visto l’approccio della squadra. Vitali manca, tantissimo, ma quando vede certi spettacoli c’è poco da prendersela con la mala sorte. Ah dimenticavo: discutere Molin, metterlo sulla graticola, non è giusto e testimonia, a mio avviso, poca lungimiranza. Un signor coach, un uomo di qualità, lo scorso anno ha dimostrato di saper gestire anche le situazioni d’emergenza. Una scossa deve arrivare, mettere in discussione il coach non è la strada.